Home SPORT F1, GP Sakhir...

F1, GP Sakhir: harakiri Mercedes, vince Perez con la Racing Point

CONDIVIDI

Una gara ricca di colpi di scena, dall’uscita al primo giro di Leclerc e Verstappen, agli errori al box Mercedes, che tolgono la vittoria al talentuoso Russel, al trionfo di Perez ultimo al primo giro… e all’inconsistenza di Vettel

Una gara ad alta tensione come non se ne vedeva da tempo, anche se negli ultimi tempi le «gare degli altri» avevano ben più di un motivo di interesse ma oggi è bastata l’assenza di Hamilton e l’uscita di due rampanti come Leclerc e Verstappen, per rimescolare le carte e regalare uno spettacolo ad alto contenuto adrenalinico.

Russel svetta su tutti all’esordio sulla monoposto di Hamilton

Il protagonista assoluto è stato indiscutibilmente Russel che, messo con ben poco preavviso nell’abitacolo del re, ha fatto vedere di che stoffa è fatto un potenziale, grande campione ma, al di là di questo, le sue superprestazioni oltre a mettere in grave crisi Bottas, probabilmente lo faranno anche con un Hamilton che non ha ancora firmato e che dovrà vedersela con un Toto Wolff che potrebbe utilizzare Russell come carta al ribasso sul tavolo del rinnovo; dipende ovviamente anche dai vincoli contrattuali con la Williams.

Inoltre è stato dimostrato che la Mercedes rimane vincente – ovviamente estremizziamo – anche in mano ad un bravo outsider e questo rafforza la posizione di Toto Wolff ma questo Gran Premio è stato anche la dimostrazione di come sicumera e presunzione possano far cadere anche i giganti: il doppio pit stop in contemporanea è stato un errore madornale che è costato alla Casa della Stella veramente tanto e come immagine e sotto forma di punti persi.

A trionfare, alla fine di una rimonta da martello pneumatico, è stato Sergio Perez (ndr. al primo giro era stato costretto ai box a causa del contatto con Leclerc ed era rientrato in18a posizione) su una Racing Point (in pratica la monoposto aggiornata dell’anno passato della Mercedes) che ha piazzato sul podio anche Stroll mentre tra le due si è inserita la Renault di Ocon.

Il caso Mercedes

Anche oggi la gran regista della gara è stata la Casa della Stella ma proprio come non avrebbe mai voluto:

  1. al 64° giro con safety car in pista, richiamano ai box entrambi i piloti che sono costretti a rientrare in fila indiana mettendo sotto pressione gli addetti al cambio gomme;
  2. questi montano infatti a Russell una gomma destinata a Bottas, con conseguente rientro dell’inglese ai box per l’obbligatoria sostituzione;
  3. l’errore si ripercuote anche su Bottas che, costretto anche lui al rientro, si vede rimontare gomme usate che di fatto lo mettono fuori gara.

Russel al suo rientro rimane vittima di una foratura che compromette definitivamente la sua più che incisiva prova; a dimostrazione di un carattere irriducibile il pilota inglese riparte a testa bassa e o suon di sorpassi rientra in zona punti arrivando alla fine non dietro ad un Bottas autore di una prestazione scialba come poche: farsi spesso e volentieri macinare da Hamilton è un conto, ma altra cosa è farsi mettere in un angolo da un pilota «d’emergenza», sia pur prestazionale, come Russell che di certo non conosceva la monoposto come lui.

Chissà cosa passerà per la testa di Toto Wolff…

La gara

Il poleman Bottas si fa sorprendere dalla partenza bruciante di Russell mentre subito dietro Verstappen decide prudentemente di sfilarsi da un ingresso in curva a tre e alza il piede.

Leclerc, o perché tratto in inganno o perché non ha ben valutato la situazione, tira la staccata e supera l’olandese ma arriva lungo e tocca la Racing Point di Perez che aveva chiuso con decisione la traiettoria.

Il messicano sfila via indenne cosa che non succede invece al monegasco della Ferrari che è costretto a raddrizzare la curva costringendo ad analoga manovra anche Verstappen: morale entrambi contro le barriere e fine della loro gara!

Davanti Russell guida alla Hamilton tanto che dopo il primo pit stop ha già accumulato otto secondi e mezzo di vantaggio; sembra che nulla si possa frapporre fra il primo gradino del podio ed il driver britannico ma la fortuna, come già evidenziato, decide di non assisterlo. Prima della foratura, e con Bottas in seconda posizione, sembrava che la gara degli altri vedesse Perez destinato al terzo gradino del podio benché Ocon e la sua Renault facessero di tutto, sempre ben rintuzzati dal messicano, per superarlo.

Si può ben dire sia stata la gara dei colpi di scena dall’uscita al primo giro di Leclerc e Verstappen, che poi sono molto pacatamente chiariti, al contatto nelle retrovie di Raikkonen, dalle esposizioni di bandiere gialle (giro 2, giro 54, giro 62) agli interventi della safety car (giro 4 per due giri, giro 54 virtual safety car sino al 56° giro, giro 62 virtual safety car che diventa poi reale e rimane in pista sino al 67°) per non parlare degli avvicendamenti in pista: non è elegante da dire ma sembra proprio che la forzata assenza di Hamilton abbia fatto un gran bene allo spettacolo.

I primi 10 giri, con la Safety in pista già al terzo giro fanno registrare un Sainz sempre arrembante che si piazza al terzo posto, Perez ai box che rientra e inizia a risalire posizioni, mentre Russell firma due giri veloci (8° e 10°).

Al 12° giro Perez supera Vettel e sale all’11° posto mentre – decimo più decimo meno – Russell mantiene un vantaggio di un paio di secondi su Bottas che al 15° giro probabilmente spiattella una gomma a causa di un gran bloccaggio e regala un decimo di vantaggio in più a Russell (ora a 2,1” che al 18° sale a 2,2”) mentre al 17° Russell sigla un altro giro veloce mentre più indietro – siamo tra il 18° e 20° giro – il trio Norris, Albon e Perez sono in lotta fra loro con Albon che al 20° supera con decisione Norris poi superato anche da Perez che al 22° supera anche Albon mentre Bottas fa il giro veloce ripetendosi nel corso del 25° giro.

Al 28° Russell si riprende il giro veloce mentre il giro successivo Aitken passa Latifi e sale 12° posto con le Alfa 16° e 18° con Giovinazzi, e Raikkonen e Sainz che, dopo il suo pit al 30° giro, rientra al 9° posto; Kvyat al 31° fa il giro veloce in 57, 580 mentre Vettel, settimo, gira in 59,8: imbarazzante!

Al 33° il distacco fra Russell e Bottas, sempre primo e secondo, sale a 2,8” mentre Vettel gira ora sui 58”, tempo simile a quelli delle Mercedes e Albon con la Red Bull superstite è sesto e Kvyat sull’Alpha Tauri è ottavo.

Dal 40° giro in poi iniziano i pit stop con la Renault di Ocon che al 42° si ferma e monta gomme rosse, Stroll e Russel che lo seguono al 46° montando il primo gomme gialle e bianche il secondo.

Ocon al 47° giro fa il tempo in 0,57.932 mentre Bottas è al comando e Russell vive attimi di panico faticando in un doppiaggio e comunicando «No power» ai box; fortunatamente il difetto rientra immediatamente tanto da permettere all’inglese di abbassare il tempo sul giro a 0,56.644 mentre nel corso del 48° giro Albon e Perez rientrano ai box e Bottas prosegue sino al 50°.

Il pit di Bottas permette a Russell di tornare in testa con 7,7” di vantaggio su Bottas, che al 51° giro diventano 8,4”, vantaggio che Russell mantiene inalterato sino al 53° giro; Albon è ora nono mentre al 54° giro Latifi si ferma provocando l’intervento della Virtual Safety Car ed al 55° rientrano ai box Vettel, Norris e Giovinazzi seguiti al 56° da Ricciardo che approfitta della Virtual Safety Car.

Siamo quasi ai 2/3 di gara con Russell che viaggia con 5,2” di vantaggio su Bottas mentre Perez sale al terzo posto, Albon al sesto e Bottas si riprende il giro veloce in 0,56.653; al 62° la Williams di Atken perde l’ala anteriore provocando un testa coda dal quale il pilota si riprende senza neppure fermarsi avviandosi a velocità ridotta ai box per la sostituzione; fortunatamente il distacco è avvenuto in uscita di curva, praticamente in rettilineo e con ampi spazi; se fosse avvenuto in curva ad alta velocità probabilmente le conseguenze sarebbero state ben differenti. Il fatto provoca l’intervento della Virtual Safety Car che rimane in vigore sino al 67° giro ed è proprio in questa occasione che, al 64° viene comandato il rientro contemporaneo alle due Mercedes con le conseguenze che ormai ben conosciamo. Vale ricordare che in caso di scambio di matricola delle gomme il regolamento dice che il team deve ripristinare la corretta assegnazione delle coperture entro 3 giri dall’errore evitando così contestazioni e penalità.

A questo punto strada spianata per Perez che passa al comando mentre poco dopo Russell supera autorevolmente Bottas mentre il messicano al comando ha un vantaggio di 2,8 su Ocon e Russel, un vero e proprio rullo compressore, supera prima Stroll e poi Ocon conquistando virtualmente il secondo gradino del podio e siglando l’ennesimo giro veloce e portandosi, al 76° giro, a soli 2,4” dal leader Perez mentre Sainz supera il povero Bottas in chiara difficoltà con il treno di gomme usate che è stato costretto a rimontare.

A questo punto la Dea bendata decide di non aiutare Russell che, causa una foratura, è costretto nel corso del 79° giro ai box rientrando in 15° posizione mentre Perez ha accumulato all’82° giro 9,1” di vantaggio su Ocon e gli stewards annunciano l’investigazione su Russell per l’errato cambio di gomme.

Siamo alle ultime battute: un Russel mai domo riesce in pochi giri a risalire dal 15° al 9° posto, alle spalle dell’opaco Bottas, mentre Perez – che a tutt’oggi non ha un volante per il 2021 – vince meritatamente questo rocambolesco Gran Premio, seguito nell’ordine, da Ocon su Renault e Stroll con l’altra Racing Point.

Le dichiarazioni 

Perez: “Spero che non sia solo un sogno. Sono senza parole, spero sia tutto vero perché ho sognato per tanti anni di vivere questo momento. Non so cosa dire, dopo il primo giro la gara era persa, ma non ho voluto mollare. Ho rimontato cercando di fare meglio che potevo. Quest’anno non è stato fortunato per noi, ma stavolta la ruota è girata. Abbiamo fatto una gara fantastica”, commenta un Sergio Perez quasi incredulo che poi si sofferma sul suo futuro: “Sono in pace con me stesso, quello che succederà non è nelle mie mani. Voglio continuare e se non sarà in griglia il prossimo anno, sarà nel 2022“.

Ocon: “Non ho parole, sul traguardo ho pianto dall’emozione. La stagione è stata difficile e non sempre il lavoro ha pagato, ma abbiamo spinto e lavorato con grande motivazione. Quando c’è sempre meno gente che crede in te, allora è ancora più importante ottenere questi risultati. Ricciardo è stato un punto di riferimento importante, ma nel complesso penso di essere progredito anch’io e passo dopo passo ho ottenuto questo podio che è straordinario“.

Stroll: “È stata una gara fantastica per il team, anche se io sono un po’ deluso perché avrei potuto vincere. C’è stato un problema al pit stop, pensavo di avere il passo ma non sono riuscito a superare Ocon. Si tratta comunque di un risultato incredibile, un doppio podio è che ciò di cui avevamo bisogno per il campionato“.

Russell: “Sono orgoglioso, ma incredibilmente deluso. Ho vissuto altre gare in cui le vittorie mi sono state portate via, ma che sia accaduto due volte nella stessa è incredibile. La F1 purtroppo è così. Arrivare vicino alla pole e poi essere in testa alla gara significa che avevamo tutto sotto controllo e di questo sono fiero“.

[ Giovanni Notaro ]