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Ayrton Senna, campione immortale

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24 anni fa moriva nella pista di Imola un campione che ha segnato generazioni di appassionati di Formula 1, destinato a vivere per sempre…  

Il 1° maggio è una data che gli appassionati di Formula 1 ricordano… Era il primo giorno di maggio dell’anno 1994  quando ad Imola, durante il 7º giro, il grande campione Senna usciva di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo della sua Williams, perdendo il controllo della monoposto. Nonostante il tentativo di frenata, non riuscì ad evitare il violento impatto con il bordo della pista. Il pilota moriva qualche ora dopo, alle 18.40. Da quel giorno il mondo della Formula 1 e dell’automobilismo sportivo cambiò radicalmente.

A distanza di 24 anni, l’immagine di Senna come campione non accenna a sfocare, basti pensare che sul suo account ufficiale Twitter, gestito dalla famiglia, ci sono 300mila followers. Gareggiava su vetture prive di elettronica, prive di tecnologie avanzate , quelle che oggi rendono le monoposto più sicure, eppure riuscì a stabilire record ancora oggi imbattuti o comunque degni di nota: 3 mondiali vinti, 162 gran premi disputati, 41 vinti, 80 podi, 614 punti guadagnati, 65 pole e 19 giri veloci. Al di là del campione, Senna,  figlio di una famiglia benestante che non ha mai smesso di amarlo, dimostrava di essere un uomo di grandi valori, generoso e umile, capace di spendere metà dei suoi guadagni per aiutare i più bisognosi, con il desiderio di portare giovani ragazzi fuori dalle favelas per fargli vivere, anche solo per un istante,  il sogno delle 4 ruote.

Suzuka 1989

All’ultima chicane Alain Prost, rivale per il titolo di Ayrton, tagliò la strada al brasiliano portandolo al contatto. Il francese era avanti in classifica ed un ritiro di entrambi lo avrebbe premiato con il successo finale. Senna però ripartì pur con l’ala anteriore danneggiata. Dopo la sosta ai box e una veloce rimonta, durante la quale superò Alessandro Nannini nello stesso punto del tracciato e con una manovra analoga a quella tentata con Prost, Senna riuscì a tagliare per primo il traguardo. Il brasiliano venne, però, squalificato dai commissari di gara per essere rientrato in pista tagliando la chicane. Nannini vinse quindi la sua unica gara in carriera e Prost poté ottenere il suo terzo titolo mondiale.

1990

Senna ebbe modo di restituire il torto subito durante l’anno successivo. Prost era passato alla Ferrari, ma la stagione 1990 non cambiò la trama, con i due sempre in accanita lotta tra di loro. Il copione si ribaltò: Senna arrivò in Giappone in vantaggio di classifica, ma col rivale in recupero. Partito al palo, fu bruciato da Prost in partenza, complice la pista più sporca dal lato della pole. Alla prima curva Prost chiuse la traiettoria, avendo ampio margine su Senna, che a sua volta, ritardando volontariamente la frenata, speronò il francese. Entrambi finirono fuori gara (commentando a caldo l’episodio, Senna disse: “Le corse sono fatte così, qualche corsa finisce alla prima curva, qualche corsa finisce a sei giri dalla fine“, alludendo all’episodio dell’anno precedente che al contrario penalizzò lui anziché Prost). Il brasiliano era Campione del Mondo per la seconda volta. Un episodio come tanti che servì a calcare ancora di più l’immagine in un pilota assoluto.

Proprio queste gesta hanno reso immortale un personaggio che a 24 anni fa ancora sentire la sua mancanza. Tanti aneddoti e tante domande che probabilmente non avranno mai una risposta. Il mondo automobilistico piange Senna, una persona che non voleva fare altro se non quello in cui era stato creato, gareggiare e vincere. Un ricordo impresso in quel di Imola e nei cuori di ogni appassionato.

[ Jacopo Romanelli ]