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F1 Bahrain: il solito Hamilton e un miracolo… dalle fiamme emerge fumante Grosjean

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Grosjean come Lauda, fortunatamente con conseguenze ben diverse. Cappottamento di Stroll al secondo via, la Racing Point di Perez va a fuoco a pochissimo dalla bandiera a scacchi; le Ferrari Gamberi rossi

Un Gran Premio caratterizzato, subito dopo il via, dal bruttissimo incidente di Grosjean: Kvyat (Alpha Tauri) entra duro sulla Haas di Grosjean; contatto inevitabile con conseguente uscita di quest’ultima che sbatte contro il guard-rail con uno sfavorevolissimo angolo d’incidenza e si divide in due tronconi uno dei quali, quello della zona abitacolo, salta il guard-rail e si trasforma all’istante in una palla di fuoco.

Fortunatamente il pilota non perde conoscenza ed ha la prontezza di sganciare le cinture ed uscire dall’auto; questione di pochi secondi – cinque per l’esattezza che sono sembrati lunghissimi a noi spettatori e che ci hanno ricordato sia l’incidente di Lauda (Nurburgring, agosto 1976) che quello di François Cevert (Watkins Glen ottobre 1973) entrambi conclusisi con conseguenze gravissime per l’austriaco e letali per il francese.

Oggi, in Bahrain, progresso, materiali e norme di sicurezza hanno aiutato Grosjean che, trasportato il eliambulanza all’ospedale più vicino, sembra essersela cavata alla grande rispetto a ciò che abbiamo visto in TV. Non sarà facile rimuovere l’immagine del pilota Haas che con le sue gambe emerge fumante da una palla di fuoco; un miracolo ed un sospiro di sollievo, accresciuto dalla consapevolezza del rischio corso e dalle conseguenze fisiche risibili rispetto a quelle potenziali: bruciature alle mani e alle caviglie e sospetta frattura di qualche costola e speriamo che in quei pochi, lunghissimi secondi di permanenza nelle fiamme, abbia inalato pochi gas tossici.

La Gara

Pronti, via e mentre Hamilton prendeva subito la testa, Grosjean scattava molto bene dalle retrovie per toccarsi poi con l’Alpha Tauri di Kvyat con le conseguenze appena descritte. Gara sospesa per le riparazioni al guardrail.

Dopo circa due ore si riparte con formazione di partenza in base alla posizione in gara al momento dell’ingresso della Safety e quindi Hamilton e Verstappen in prima fila seguiti, in coppia, da Perez e Bottas, Albon e Ricciardo, Norris e Ocon, Gasly e Vettel e Stroll e Leclerc in sesta fila, poi via via gli altri.

Kvyat, che non perde il vizio e per questo verrà punito con uno stop&go di 10’’, stringe Stroll; la monoposto del canadese decolla sulla ruota dell’Alpha Tauri e si ribalta; il pilota illeso, viene aiutato a sgusciare da sotto l’auto ancora rovesciata.

Nuovo ingresso della Safety Car; ne approfitta il box Mercedes per richiamare Bottas causa una foratura; al rientro della Safety Car Hamilton parte benissimo mentre nelle retrovie Leclerc attacca con decisione ma correttamente Vettel che deve alzare il piede ma perde diverse posizioni; il «predestinato» viene attaccato e superato prima da Sainz e poi da Ricciardo.

Dal 17° al 24° giro assistiamo ad una girandola di cambi gomme: inizia Ricciardo che monta mescola dura nella speranza di arrivare al traguardo seguito, al 19° da Ocon e Norris, al 20° da Hamilton che monta le medie, da Albon che fa identica scelta e rientra settimo dietro Leclerc.

Dal 21° al 24° rientrano prima Verstappen e Perez, che montano mescola dura, poi Sainz, che monta le medie e rientra undicesimo ed infine Leclerc che riparte dodicesimo.

In due giri (26° e 27°) Sainz recupera e dimostra grande decisione sorpassando prima Ricciardo, mai facile da superare, e Ocon guadagnando così la sesta piazza.

Ricciardo, che di suo non riesce a superare Ocon, lo fa solo dopo aver chiesto l’intervento della scuderia, guadagnando così il settimo posto nel frattempo Bottas raggiunge Leclerc e ci mette due giri per superarlo, cosa che fa nel rettilineo del traguardo e solo dopo aver attivato il DRS.

Al 35° giro Verstappen rientra ai box e rientra quarto dietro a Perez che subito dopo rientra a sua volta ai box mentre Ocon e Ricciardo sono ai ferri corti con quest’ultimo che riesce con non poca fatica a superare il francese; Bottas – che nel frattempo era rientrato ai Box, rientra dietro le due Renault.

Abbiamo sinora citato molto poco Vettel e in effetti c’è ben poco da dire, complice una monoposto imbarazzante con cui il tedesco non ha mai avuto il giusto feeling.

Siamo arrivati al 45° giro con Hamilton sempre in testa seguito da Verstappen a 4 secondi che nel corso del 47° si ferma per un cambio gomme, effettuato in vista di un ipotetico degrado delle coperture di Hamilton che, quando il suo box propone il cambio sperato dall’olandese, risponde con un laconico “E perché?”.

L’olandese si consola con il giro veloce che gli vale un punto in più ai fini della lotta con Bottas per il secondo posto nel Mondiale a fine stagione: riuscire a guastare parte della festa nera sarebbe una grande soddisfazione e non solo per la Red Bull.

Siamo agli sgoccioli ma Sainz non demorde, effettua un bel sorpasso all’esterno di curva 3 su Gasly e sale al sesto posto mentre, poco dopo, ecco il colpo di scena di fine gara: dal motore della Racing Point di Perez si leva una fumata bianca che poco dopo si trasforma in vero incendio, con parcheggio della monoposto in fiamme a bordo pista, precipitosa uscita dall’abitacolo di Perez ed ennesima uscita della Safety Car dietro alla quale le monoposto tagliano il traguardo.

 

[ Giovanni Notaro ]

 

 

Classifica finale

Classifica piloti