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Citroën C4 Cactus, praticamente unica!

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È innovativa e irriverente ma funzionale e capiente. Provato il crossover della casa del Double Chevron che si fa apprezzare per il piacere di guida, accompagnato da un invidiabile comfort e da consumi di carburante ridotti. Sarà in consegna da settembre a partire da 14.950 euro 

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Amsterdam (Olanda) – Con un budget tutto sommato limitato, Citroën è riuscita con la C4 Cactus a realizzare una vettura compatta, leggera (pesa 200 kg meno della C4) e tecnologica che certo non passa inosservata.

L’auto – la cui produzione è attualmente in corso negli stabilimenti di Villaverde di Madrid – ha un prezzo di listino che parte da 14.950 per arrivare a 21.500 euro ed offre 6 motorizzazioni (4 benzina e 2 diesel) affidabili e poco assetate. 

Esterni

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Dopo la linea tondeggiante ma filante (nel genere) il principale elemento di caratterizzazione estetica della Cactus è costituito dagli Airbump laterali realizzati in poliuretano termoplastico sui quali la Casa ha lavorato per ben tre anni (con destabilizzanti test effettuati con temperature da -30 a +85 °C) prima di ottenere queste piccole capsule contenenti aria a protezione delle fiancate della Cactus destinate a non essere più segnate dai «disattenti» che in parcheggio non prestano attenzione alle auto altrui.

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Altro tratto distintivo è rappresentato dai sottili fari diurni a Led assistiti dai proiettori principali posti più in basso, dalle colorazioni e dall’abbinamento di quelle della carrozzeria con quelle degli airbump laterali. Gli acquirenti potranno infatti giocare con i dieci colori della carrozzeria (Pearl White, Night Black, Silver Grey, Shark Grey, Polar White, Hello Yellow, Olive Brown, Lagoon Blue e Deep Purple e Sport Red, unico di serie senza sovraprezzo) ed i quattro degli Airbump (Grey, Chocolate, Dune e Black di serie senza sovrapprezzo mentre le altre costano 200 euro).

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La parte posteriore, invece, non si caratterizza per la sua originalità che presenta un portellone dall’apertura regolare con un’altezza da terra un po’ elevata, con una soglia di accesso sufficientemente ampia e un bagagliaio ben sfruttabile da 358 litri (ottimo per la categoria) espandibili a 1.070. 

Corpo vettura

Dietisti all’opera in casa Citroen. C4 Cactus infatti, grazie all’ampio uso di alluminio ed acciai ad alta resistenza saldati al laser, è dimagrita di 200 kg rispetto alla C4 standard e contiene quindi il suo peso in meno di 1.000 kg! Questo alleggerimento ha innescato un giro virtuoso: molle, ammortizzatori e barre antirollio hanno anche loro perso peso a tutto vantaggio della maneggevolezza, della tenuta di strada e dei consumi.

La C4 Cactus è lunga 4,16 metri, larga 1,73 ed alta 1,48 mentre il passo è di 2,60 metri, identico a quello della C4; viene offerta nelle versioni Live, Feel e Shine, con motori a benzina VTi da 75 cv (ritagliata a misura dei neopatentati) e 82 cv ed e-THP da 110 cv, mentre le versioni a gasolio saranno la «e-HDi» e la «BlueHDi», rispettivamente da 92 e 100 cv. 

Interni: un vero salotto

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Al suo interno quest’auto futuribile fa l’occhiolino alle sue nonne degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso: i sedili soffici e «sprofondanti», tipici delle Citroën di quegli anni, fanno da contraltare ai comandi 100% digitali a 2 schermi di cui quello centrale, dal quale si possono controllare i parametri di funzionamento dell’auto, è touch-screen.

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L’abitabilità è veramente notevole tanto anteriormente quanto dietro; d’altra parte altro non ci si poteva aspettare da un passo di 2,6 metri, pari a quello della C4. Ampio è lo spazio per il lato passeggero dove i tecnici francesi, in esclusiva mondiale, sono riusciti in un’auto di serie ad integrare nel padiglione del tetto l’airbag passeggero («Airbag In Roof») offrendo un «Top Box», pratico e capiente cassetto portaoggetti, con apertura dall’alto.

Altra chicca è il tetto panoramico in cristallo ad alta protezione termica, purtroppo optional, che offre luce a volontà nell’abitacolo proteggendo dai raggi UV e dagli effetti del calore… eliminando così l’antiestetica tendina parasole.

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La ricerca della leggerezza ha «cassato» il meccanismo saliscendi dei vetri posteriori, ora a compasso, e questo può essere fastidioso, o la panchetta posteriore dove ci si sta seduti in tre ma non è frazionabile.

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È stato però abbellito l’abitacolo con maniglie in stile valigeria…, riprodotte come se fossero delle fibbie in cuoio con tanto di placca cromata, oppure nelle versioni dotate del cambio pilotato ETG, dove non è più presente la leva del cambio tradizionale, fa sfoggio una panchetta che fa tanto vintageInoltre l’accostamento dei colori per tappezzeria e pannelli (Armonia Grigio Pietra, Habana e Purple) aiuta a ricreare un ambiente accogliente.

Connettività e Infotainment

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La C4 Cactus offre i servizi di assistenza stradale eTouch, compresa una funzione per inviare al proprio spazio personale MyCitroën informazioni sul proprio stile di guida per ricevere indicazioni su come renderlo più ecocompatibile. Inoltre il pacchetto Citroën Multicity Connect, offre alcuni servizi utili per chi è in viaggio (App Michelin, funzioni di ricerca di parcheggio, stazioni di servizio e meteo, ed ancora Facebook, TripAdvisor, Wikipedia e via dicendo).

Il tablet touch da 7 pollici, situato a centro plancia, offre connettività Bluetooth e Usb, e permette di gestire retrocamera, Park Assist, clima, telefonia, radio, media e navigazione. 

Meccanica

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La Cactus monta innovativi motori a benzina «downsized» a tre cilindri, che abbinano – come vedremo più avanti – potenza a bassi consumi e ridotte emissioni. Dotata di serie di cruise control e Hill assist (tranne che sulle due versioni d’accesso alla gamma benzina), offre, inoltre, un servosterzo ad assistenza variabile e un impianto frenante disponibile in due diverse misure. Sui propulsori a 3 cilindri si è lavorato molto sia per ottimizzare il processo di combustione che per ridurre consumi e vibrazioni tipiche di questa impostazione che se da una parte garantisce compattezza e leggerezza, dall’altra è intrinsecamente non equilibrata senza opportuni correttivi.

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Benzina (famiglia PureTech). Il modello d’attacco è l’aspirato 1.2 tre cilindri da 75 o 82 cv e – entrambi – con una coppia da 118 Nm a 2.750 giri; consumi ed emissioni fanno registrare 4,6 l/100 km e 105 g/km di CO2 con cambio manuale a cinque marce e pneumatici a basso attrito. La versione da 82 cv invece è offerta anche con lo Start&stop e il cambio robotizzato ETG (4,3 l/100 km e 98 g/km di CO2). A queste si aggiunge il modello top, ossia il PureTech turbo, sempre tre cilindri 1.200 cc ma con potenza aumentata a 110 cv e con una coppia di 205 Nm da 1.500 giri/minuto. Con il cambio manuale a cinque marce e lo Start&stop di serie, i valori di consumi ed emissioni sono gli stessi dei motori aspirati: 4,6 l/100 km e 105 g/km di CO2.

Diesel. Due le motorizzazioni disponibili:

  • il noto 1.6 e-HDi da 92 cv (oggetto della prova), con una coppia di 230 Nm a partire da 1.750 giri, disponibile anche con Start&stop e cambio robotizzato ETG-6 capace di 3,5 l/100 km e 92 g/km di CO2;
  • il nuovo 1.6 BlueHDi da 100 cv con una coppia di 254 Nm da 1.750 giri è omologato Euro6 e dotato di Start&stop. Questa unità dà grandi soddisfazioni alla tasca…: abbinato al cambio manuale richiede infatti 3,1 l/100 km di gasolio, ed emette solamente 82 g/km di CO2, grazie ad un catalizzatore specifico del tipo SCR (Selective Catalytic Reduction) con iniettori di AdBlue per gli ossidi d’azoto, posto prima del FAP e dopo il catalizzatore. Derivato dal 1.6 HDi, questa nuova versione da 100 cavalli ne rappresenta l’ottimizzazione estrema basata su un sensibile miglioramento del rendimento termico ed una significativa riduzione delle perdite meccaniche.

Tutti i propulsori sono abbinati a due diversi tipi di cambio manuale a cinque marce, il primo tarato su valori di coppia fino a 160 Nm, l’altro per valori da 160 a 250 Nm e quindi accoppiato al benzina da 110 cv ed al diesel da 100 cv. Due anche i «robotizzati» a cinque o sei marce, rivisti in funzione di una maggiore dolcezza dei cambi marcia e di un effettivo abbattimento di consumi ed emissioni. 

Come va su strada

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Ed eccoci al volante. Le versioni provate – brevemente bisogna dire – sono state il silenzioso e scattante tre cilindri benzina PureTech S&S da 110 cavalli (4,6 litri/100 km ed emissioni di CO2 pari a 105 g/km) ed il diesel 1.6 turbodiesel da 92 cavalli con cambio automatico.

Salendo a bordo della Cactus la prima impressione è positiva: spazio e semplicità sono le prime caratteristiche che saltano all’occhio. Una volta seduti ci si trova alle prese con un volante non regolabile in profondità, ma per contro tagliato inferiormente in modo da dare maggiore spazio alle gambe. La plancia è basica ma tecnologica, al passo con i tempi e quindi chi cerca il tradizionale cruscotto analogico resterà deluso ma, superato l’impasse, ci si trova di fronte ad un display a cristalli liquidi che fornisce al guidatore poche informazioni ma essenziali e chiare da leggere (manca il contagiri sostituito dall’indicatore di cambiata), mentre a centro-plancia troviamo un display touch da 7 pollici dal quale si controlla la funzionalità dell’intera vettura, dal navigatore alla climatizzazione e da questa all’infotainment. Nuovamente sorprende l’assenza di pulsanti e interruttori e quindi si è obbligati a passare da una schermata all’altra e questo richiederà assuefazione soprattutto se non si è giovanissimi o comunque allenati a questo tipo di novità.

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Sia il milledue benzina PureTech da 110 cv che il diesel e-HDi da 92 cv hanno risposto piuttosto bene grazie anche ai famosi 200 kg in meno rispetto alla C4. Mentre il benzina dalla progressione regolare, è ovviamente più brillante anche dai bassi regimi – assistito dai 205 Nm di coppia a 1.500 giri/min – il diesel, abbinato all’automatico robotizzato non ha di certo velleità sportive ma prettamente autostradali (consuma veramente poco) dove si richiede una guida un po’ più rilassata, senza comunque tradire mai il guidatore, soprattutto se si utilizzano in caso di stretta necessità le marce basse.

IMG_5212In questa versione millesei a gasolio con cambio pilotato ETG a 6 marce con palette al volante, la sorpresa è venuta dalla scomparsa della tradizionale leva del cambio sostituita dal sistema «Easy Push», ovvero da tre tasti «D, N e R» posti nella parte bassa della plancia. Tale soluzione ha consentito di eliminare il tunnel e collocare più avanti il freno a mano, ora a forma di T, e nel contempo, offrire una confortevole panchetta dove sedersi… che ricorda (non a tutti….) lo stile tipico delle francesi anni ‘60/’70: se il passeggero sta ben comodo grazie ad una seduta soffice e profonda, queste caratteristiche possono risultare meno gradite al guidatore che amerebbe trovarsi in posizione un po’ più elevata. Fatto sta che l’ergonomia è decisamente valida e lo schienale regolabile grazie ad una manopola old style aiuta a trovare la corretta inclinazione dello schienale.

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La Cactus ha un’indole tranquilla ed esprime un comportamento su strada sempre ben prevedibile. La sua morbidezza di marcia ricorda, anch’essa, le Citroën di altri tempi e fa capire come il passo (in particolare sul diesel) sia più importante dello scatto: se si tiene conto di queste caratteristiche questo crossover non vi deluderà. Il comfort è davvero notevole e anche in presenza di avvallamenti e dossi, frequentissimi sulle strade olandesi, sono stati assorbiti perfettamente. Girando per Amsterdam e dintorni, abbiamo anche notato, in fase di accelerazione, una contenuta rumorosità del propulsore a benzina che a velocità di crociera scompare del tutto; a parte ciò, quest’unità – abbinata al cambio manuale a cinque marce, abbastanza diretto e preciso – si è dimostrata veramente pronta e godibile e con consumi contenuti grazie anche allo Start&stop di serie con consumi di 6,3/6,5 litri ogni 100 km.

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Provate anche su un manto stradale copiosamente bagnato (ad Amsterdam vento ed acqua non ci hanno risparmiati) entrambe le versioni ci hanno trasmesso una sensazione di controllo e serena tranquillità, anche nel misto affrontato allegramente dove il rollio è rimasto sempre contenuto. La visibilità è buona e ottimo l’innovativo Magic Wash, un nuovo sistema di diffusori di acqua a «effetto pioggia» integrati nelle spazzole tergicristalli per offrire un lavaggio ottimale del parabrezza senza disturbo visivo.

Un’auto quindi molto confortevole, silenziosa, facile da guidare.

La sfida è aperta! La sostanza c’è, come pure l’originalità e l’interessante prezzo di partenza di soli 14.950 euro. Caratteristiche che pongono la C4 Cactus come una temibile concorrente dei piccoli crossover da città e non solo. 

Tony Colomba 

 

Versioni e listino Cactus

 

Tre le versioni disponibili: Live, Feel e Shine:

● Live è la versione più semplice tanto che il climatizzatore manuale è un optional da 900 euro. Ci sono gli Airbump, comandi al volante, controllo di stabilità, strumentazione digitale, fari a Led, assistente per le partenze in salita, radio, regolatore e limitatore di velocità, touch screen 7 pollici, spazzole con ugelli lavavetri integrati, volante regolabile in altezza. Per citare le principali.

● Feel (qui il climatizzatore manuale è di serie). In aggiunta le barre al tetto in nero lucido, il bluetooth, le calotte degli specchietti nella stessa finitura delle barre, il climatizzatore manuale, sedile guida regolabile in altezza e volante in pelle. Per le Cactus con cambio ETG, freno a mano in plancia, paddles al volante, sedili a Sofà e selettore Easy Push.

● Shine ha di serie climatizzatore automatico, i sensori luci e pioggia, la doppia presa Usb, i sensori di parcheggio posteriori con retrocamera, i retrovisori elettrici, il sistema di navigazione e l’impianto audio con sei diffusori e hard disk interno, cerchi in lega da 16 pollici (optional i 17″), fari cornering, luci di lettura a Led, impianto audio con 4 altoparlanti, retrovisori ripiegabili elettricamente e riscaldabili, sensori di parcheggio, navigatore, telecamera per la retromarcia e vetri posteriori oscurati.

Per il lancio saranno disponibili le serie speciali Feel Edition e Shine Edition, proposte allo stesso prezzo delle corrispettive Feel e Shine ma con una particolare dotazione aggiuntiva di accessori:

● Feel Edition offerta con cerchi di lega da 16″, fari fendinebbia con funzione cornering, tinta Hello Yellow con Airbump Black e calotte degli specchietti e barre sul tetto bianche; disponibili inoltre – ma rispettivamente al costo aggiuntivo di 500 ed 800 euro – le varianti Feel Edition Trendy (Olive Brown con Airbump Dune e inserti bianchi) e Silver (Silver Grey con Airbump Grey e inserti Glossy Black).

● Shine Edition offerta nella versione Midnight con carrozzeria Deep Purple, Airbump Black, inserti White e cerchi in lega da 17″ e disponibili inoltre – ma rispettivamente al costo aggiuntivo di 800 ed 1.000 euro – le varianti Urban (Shark Grey con Airbump Grey e inserti Glossy Black e Red) e Moonlight (Pearl White con Airbump Chococlate e inserti Glossy Black).

Inoltre con 800 euro, si potranno richiedere – sugli allestimenti Edition – i rivestimenti interni misto pelle e tessuto.

Ed ecco il listino completo:

C4 Cactus 1.2 VTi 75 Live: 14.950 euro

C4 Cactus 1.2 VTi 75 Feel: 16.450 euro

C4 Cactus 1.2 VTi 82 Feel: 16.700 euro

C4 Cactus 1.2 VTi 82 Shine: 18.450 euro

C4 Cactus 1.2 e-VTi 82 ETG Feel: 17.550 euro

C4 Cactus 1.2 e-VTi 82 ETG Shine: 19.300 euro

C4 Cactus 1.2 e-THP 110 Feel: 18.200 euro

C4 Cactus 1.2 e-THP 110 Shine: 19.950 euro

C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Feel: 20.000 euro

C4 Cactus 1.6 e-HDi 92 ETG6 Shine: 21.750 euro

C4 Cactus 1.6 BlueHDi 100 Live: 18.250 euro

C4 Cactus 1.6 BlueHDi 100 Feel: 19.750 euro

C4 Cactus 1.6 BlueHDi 100 Shine: 21.500 euro

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