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Motor Style Academy porta il pilota della Ducati Rinaldi su una monoposto

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Da Magione la nuova Scuola di pilotaggio MSA (Motor Style Academy) di Massimo Ciccozzi e Silvia Simoni permette al centauro della SBK, Michael Ruben Rinaldi, pilota ufficiale Ducati Aruba, di scendere in pista al volante di una Formula 2000

Scendere da una moto da corsa come quella che corre nel campionato SBK e salire su una monoposto non è impresa facile. Ebbene per Michael Ruben Rinaldi, pilota ufficiale di Ducati Aruba nel Campionato Mondiale SBK la tentazione è stata davvero forte. Tra una gara e l’altra, il ventisettenne pilota ufficiale del Team Aruba Ducati è riuscito a trovare il modo di darsi alle quattro ruote… e calarsi nell’abitacolo di una monoposto. Presso l’autodromo di Magione, Rinaldi è sceso in pista al volante di una Formula 2000 della nuova Scuola di pilotaggio MSA (Motor Style Academy) di Massimo Ciccozzi e Silvia Simoni che ha la sua sede proprio sul circuito umbro.

Un’intera giornata di test per il centauro riminese che si è adattato con facilità alle quattro ruote dimostrando una buona tecnica di guida e una progressione costante. “Quello che più lo ha impressionato è la frenata e la velocità di percorrenza in curva – ha dichiarato Massimo Ciccozzi – comunque non ci ha messo molto ad adattarsi alle quattro ruote, non eravamo alla ricerca del tempo né della prestazione record, e devo dire che a fine giornata ha dimostrato una eccezionale costanza nei tempi sul giro”. 

 

Di Michael Ruben Rinaldi si sa tutto, ma chi è invece il pilota di auto e aerei Massimo Ciccozzi?

Campione a 4 ruote, debutta con 2 su una Moto Morini 125 cc nel Campionato Italiano Velocità Juniores. Pilota dal piede pesante ma senza valigia, Massimo Ciccozzi nel gennaio 1969 frequenta il corso Piloti di Henry Morrogh a Vallelunga partecipando alla classica gara di fine corso su una Formula 850 De Sanctis, sempre a Vallelunga, classificandosi quarto su 80 iscritti. Il mese successivo il vero debutto in gara a Monza (Coppa Oscar Cabalen), lo vede vincere davanti a campioni come Naddeo, Fontanesi e via dicendo.

Dopo poche gare  finiscono i soldi mentre lo stesso Gino De Sanctis, il mitico Sor Gino con la sua storica «officina» di Via Arno che lo sosteneva entra in crisi. Nel 1970, Vallelunga out per lavori, servizio militare, fuga dalla caserma (?!?!?) e vittoria in notturna alla Pista d’Oro con F.850.

Nel maggio 1971 vittoria al debutto ad Imola F.850 in volata su Naddeo protagonista a Montecarlo la settimana successiva in F.3. Grazie alla vittoria di Imola, la monoposto viene venduta, ma De Sanctis – con mille sacrifici (quel tempo funzionava anche così…) lo rimette al volante, e viene ripagato il successivo 25 luglio con una nuova vittoria sempre a Imola. Tra rotture e gare saltate per carenza fondi, arriva comunque terzo in campionato, facendosi notare da Marcello Sabatini, storico Direttore di Autosprint, che gli assegna a fine anno il «Casco di Bronzo», in quanto “miglior promessa dell’automobilismo italiano”. 

Nel 1972, primo pilota di Giancarlo Minardi con F.3 a motore Alfa Romeo, per i colori della Scuderia del Passatore ma l’avventura, iniziata sotto i migliori auspici, si conclude a metà stagione.

Nel marzo 1973, grazie a Patrizio Cantù debutta con la Dulon gestita da Pirola e a marzo arriva una nuova vittoria in occasione dell’inaugurazione dell’Autodromo di Casale Monferrato, seguita ad aprile da un altro primo posto a Magione ad Aprile (Pasqua del Pilota..): sui nuovi circuiti non vedeva nessuno! Dopo quella vittoria, Gino De Sanctis, avendo urgenza di vendere una sua monoposto, lo iscrive a Vallelunga alla gara della F.850 che vince con una…vittoria rocambolesca sul bagnato, che gli vale il titolo su Autosprint “Ciccozzi da bis!”.

A metà stagione la Dulon rimane a secco, ma il nostro sfortunato Massimo rientra fra i 5 selezionati per la F2 della CSAI, opportunità a detta di De Sanctis e Sabatini, unica per accedere in F.1; la prima prova a Misano in ottobre, andò benissimo, sembrava fatta! Seconda prova a Vallelunga in febbraio, Dragoni lo fece entrare in pista per primo, la notte aveva gelato, e lui fece attenzione a non far danni per poi cercare di scatenarsi nella seconda prova che si sarebbe disputata sotto un bel sole, ma non per lui: Dragoni lo fece infatti rientrare solo a fine giornata, quando le temperature di aria ed asfalto erano scese tanto  da non poter portare le gomme in temperatura. Uno dei tanti, classici giochini in grado di condizionare le graduatorie! Massimo capì subito che purtroppo i giochi erano già stati decisi! Era finita, ne seguì una polemica furiosa… Continuò con gare saltuarie, sino al 1976 e poi staccò la spina.

L’altra passione il volo…, in queste immagini all’aeroporto dell’Urbe.

[ Redazione testMotori360 Sicurezza&SPORT ]