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Opel Zafira: eleganza sportiva, formato monovolume

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Giunta alla terza edizione, Zafira si distingue dalle concorrenti per la sua identità versatile e le linee tese, scattanti, proprie di un veicolo filante e maneggevole.  Abbiamo provato la «Innovation»: versione di punta due litri e 170 cavalli, con cambio manuale a 6 rapporti

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7 posti in poco più di quattro metri e mezzo, prestazioni brillanti e bassi consumi, massima fruibilità dello spazio. La canonica impostazione con cui Opel Zafira, fin dalla sua prima apparizione, si è proposta al mercato automobilistico nel settore delle monovolume compatte, rimane al giorno d’oggi immutata. Cambia (di poco) il nome, sparisce definitivamente la parola «Tourer», aggiunta al debutto della versione attuale, per sottolinearne l’identità rispetto al modello precedente, con cui avrebbe convissuto sul listino per un certo periodo.

La storia di Zafira inizia quasi vent’anni fa quando Opel, delusa dagli scarsi risultati di vendita della grande monovolume Sintra (elegante e agile malgrado la mole americaneggiante, ma ben al di sotto dei tradizionali standard del marchio in quanto a finiture e, soprattutto, sul fronte della sicurezza), decide finalmente di farsi avanti nel segmento delle monovolume compatte.

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La Casa di Russelsheim introduce così una proposta inedita, gradevole e solida, competitiva con la Renault Scénic e sfidante la Fiat Multipla, grazie alla rivoluzione del Flex7, quel sistema inedito che permette di avere 7 posti a sedere in quattro metri e mezzo di auto. Il segreto sta in quella terza fila, composta da due sedili a scomparsa nel piano di carico, abbinati a un divano in seconda fila frazionato e scorrevole. In pratica, il massimo della versatilità per quei tempi.

Si era nella primavera del 1999, l’euro era appena nato ufficialmente ma pensavamo ancora in lire, sapendo che avremmo avuto meno di tre anni per abituarci al cambio di passo. L’incendio di un TIR all’interno del tunnel del Monte Bianco causava 38 vittime, e tutti ci accorgemmo che le gallerie potevano essere pericolose. Le ombre della grande crisi erano lontane: Roberto Benigni vinceva l’Oscar per il miglior film straniero con «La Vita è Bella», e Carlo Azeglio Ciampi diventava Presidente della Repubblica.

Dal 1999 a oggi, di Zafira, ne sono state vendute 2,7 milioni di unità, prevalentemente a famiglie e a professionisti interessati a un veicolo spazioso e flessibile. Per percorrere lunghi tragitti nel massimo comfort, o per un impiego quotidiano sul breve raggio. Per avere una monovolume con 7 posti, senza necessariamente dover acquistare un veicolo più impegnativo nelle dimensioni e nei costi, a partire da quella Renault Espace che, ormai, aveva fatto scuola e tirato la volata a tutti gli altri marchi.

La Zafira piacque fin da subito. Piacque la robustezza e i consumi ridotti e vennero apprezzati, specialmente sui modelli successivi, anche le prestazioni. Ai 1.600 e 1.800 a benzina si affiancò poco dopo il modello turbodiesel che, proposto inizialmente con un pacato due litri da 82 cavalli, crebbe a 101 prima fino a diventare, in seguito, un 2,2 litri con 125 cavalli.

Il modello successivo, prodotto dal 2005 al 2011 e denominato «Zafira B», poté facilmente consolidare l’affermazione del modello, al punto che la terza versione – ufficialmente denominata «Zafira Tourer» e, impropriamente «Zafira C» – commercializzata a partire dal 2012, affiancherà inizialmente il modello precedente, per poi prendere definitivamente il suo posto nel listino.

Disegno sportivo, impressione dinamica

Il recente restyling della Zafira ha accentuato, a fine 2016, gli stilemi di robustezza, eleganza e dinamicità che hanno distinto l’auto dalle versioni precedenti. Oltre a mantenere le note, apprezzate caratteristiche come il sistema di sedute Flex7®, i sedili anteriori ergonomici certificati da AGR, il portabiciclette FlexFix® o il telaio attivo FlexRide, la Zafira di ultima generazione si caratterizza per la barra cromata scolpita col logo, e le luci diurne a doppia ala che, fondendosi in un’unione grafica con la griglia del radiatore, enfatizzano ancor più quel suo look affascinante e peculiare, tanto vicino all’Astra da cui deriva. Novità assoluta in questo segmento, i fari anteriori Adaptive Forward Lighting full Led.

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Esplorando l’interno

La cosa che colpisce di più, entrando dentro un abitacolo che infonde immediatamente una sensazione di spazio, è qualcosa che non si vede immediatamente, ma si ascolta e si utilizza: la Zafira ha infatti un’eccellente offerta di connettività, e di infotainment.

Sono proposti due sistemi di infotainment IntelliLink di ultima generazione. Il sistema R4.0 IntelliLink, mutuato dal mondo degli smartphone, offre la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto. Il sistema Navi 950 IntelliLink è invece rivolto a chi cerca un sistema di infotainment completo di navigatore. Il sistema Opel OnStar (standard su Elective e Innovation) ha la «chiamata automatica» in caso di incidente e molte altre funzioni, tra cui l’invio Indicazioni Stradali (con il Navi 950). I passeggeri di questa lounge viaggiante comodissima (un po’ meno per chi viaggia nella terza fila di sedili) hanno pertanto a disposizione una connettività ottimale.

Seduti al posto di guida si nota subito come la plancia sia stata totalmente ridisegnata, in ossequio alle più recenti evoluzioni degli interni, e semplificata nelle funzioni a favore di una maggiore concentrazione del guidatore e dell’ottimale ergonomia dei comandi. Un’evidente e inevitabile controtendenza con la tendenza maturata pochi anni fa da Opel, che in pochi anni era passata dall’assoluta e fin troppo rigorosa sobrietà del posto guida, a una fin troppo eccessiva e vivace disposizione dei cruscotti, sempre più simili a cockpit degli aerei.

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Il cruscotto è di nuovo più sobrio, ma sempre elegante: oltre a garantire un’ottima visibilità anteriore, permette anche di avere tutti i comandi e le informazioni sotto controllo. Lo schermo del sistema di infotainment, in passato posizionato in alto, nella console centrale, è ora stato sostituito da un nuovo touchscreen collocato più in basso e integrato: soluzione che ha permesso di eliminare numerosi comandi, e armonizzare gli interruttori nel design generale. Dove si è lavorato parecchio è per il nuovo schermo touchscreen da 7 pollici: circondato da una cornice zincata, dimostra anche nell’apparenza la sua appartenenza a una categoria superiore in fatto di prestazioni e per l’elevata qualità, simile a quella dei migliori tablet.

Cambia anche il volante, ora più scolpito e tridimensionale, sembra invogliare alla guida: la copertura dell’airbag, ora più compatta ma migliorata nell’efficienza, testimonia l’impostazione tesa a ottenere un aspetto gradevole, assicurando al conducente la massima ergonomia. Tanto nel comando dello sterzo, che nell’azionamento dei tasti inseriti in esso.

Un abitacolo multifunzione

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All’interno Zafira si distingue per la presenza di una console modulare, denominata FlexRail®: si compone di un grande contenitore e da porta bicchieri, che scorrono su binari di alluminio fino a raggiungere la posizione desiderata, permettendo di utilizzare in modo flessibile lo spazio tra i sedili anteriori, proprio dove è più accessibile e più utile.

I passeggeri della seconda fila possono sfruttare l’originale sistema Lounge Seating, a richiesta. Grazie a un intelligente meccanismo, lo schienale del sedile centrale si abbassa e si piega per formare un comodo bracciolo a disposizione a chi si trova sui sedili esterni. Questi ultimi si spostano all’indietro e verso il centro del veicolo, offrendo così molto spazio per gambe e spalle e la comodità di una berlina premium. Inoltre, i sedili della terza fila possono essere abbattuti a filo del piano di carico del vano bagagli, creando così una superficie perfettamente piana. I designer di Opel hanno voluto rendere l’abitacolo di Zafira un ambiente flessibile: un luogo dove rilassarsi e godere di spazio e atmosfera, sia che si viaggi per lavoro, o per vacanza. Tanta attenzione al comfort individuale, che rende Zafira molto più di una semplice vettura familiare.

Per i sempre più numerosi utenti della bicicletta, è poi disponibile il portabiciclette posteriore FlexFix®, che costituisce una soluzione pratica e semplice, completamente integrata nell’auto: in caso di necessità viene estratto dal paraurti posteriore come un cassetto, e può trasportare fino a quattro biciclette. Il portabiciclette FlexFix® può essere inclinato anche a pieno carico, consentendo di aprire comunque il portellone.

La sensazione di comfort e spazio offerta da nuova Zafira è accentua dal parabrezza, che va dal cofano motore fin quasi al montante centrale, liberando il più possibile la vista verso l’alto dei passeggeri anteriori. Il tetto panoramico (a richiesta) parte direttamente dal parabrezza e raggiunge il posteriore del veicolo, rafforzando così la sensazione di luminosità e spazio in un abitacolo che all’occorrenza, nella configurazione a 5 posti, può facilmente diventare un ampio vano per trasportare qualsiasi cosa. Purché si rimanga nei limiti di 710 litri (che diventano ben 1.860, abbattendo i sedili della seconda fila). Ricca, comunque, la dotazione di spazi interni: oltre alla console centrale FlexRail®, descritta poc’anzi, vi sono oltre trenta vani portaoggetti, di tutte le dimensioni. 

Come va su strada

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Zafira è disponibile in due livelli di allestimento: il già completo «Advance», e l’«Innovation», più ricco di accessori. Ampia la scelta di motorizzazioni: dal 1.4 turbo benzina da 120 cavalli (140 se si opta per il cambio automatico) ai propulsori a gasolio, partendo dal brillante 1.6 CDTI declinato nelle potenze di 120 e 135 cavalli, al corposo 2 litri CDTI da 170 cavalli (che scendono a 130 nelle versioni con cambio automatico). In listino anche una motorizzazione a metano, basata su un 1.6 turbo da 150 cavalli, anch’essa disponibile nei due allestimenti, ma solo con cambio manuale. Zafira è quindi l’unico modello, nella categoria monovolume compatti, a essere offerto con una gamma completa di motorizzazioni.

La nostra prova si è svolta con il top della gamma: l’allestimento messoci a disposizione da Opel Italia era infatti l’«Innovation» 2.0 CDTI da 170 cv (coppia max: 400 Nm a 1.750/2.500 giri; 208 km/h, da 0 a 100 km/h in 9,8 secondi), impreziosito da una serie di optional ulteriormente qualificanti, fra cui l’interessante sistema di gestione dell’assetto FlexRide che prevede tre modalità di guida, tra cui quella «Sport» che irrigidisce gli ammortizzatori, incrementa il carico dello sterzo e abbassa la soglia d’intervento del sistema ESP. Nella modalità «Tour», alternativa a quelle «Standard» e «Sport», assetto e sterzo si ammorbidiscono per offrire una marcia più confortevole.

Seduti al volante, siamo subito a nostro agio grazie alla posizione di guida alta (l’auto è alta 166 cm: meno di un pullmino ma ben 6 cm più di una Fiat Croma, tanto per capirci), e l’equilibrata disposizione dei montanti ci permette di percepire con facilità gli ingombri esterni.

Avviato il motore, notiamo immediatamente il buon lavoro fatto per ridurre la rumorosità interna, uno degli argomenti che, nella precedente serie, erano emersi tra quelli migliorabili. L’accensione avviene con la tradizionale chiave nel piantone dello sterzo e, curiosamente, non è disponibile la pratica – e ormai sempre più diffusa – chiave elettronica, che permetterebbe di avviare il motore con un pulsante on/off collegato a un transponder. 

In città

Inseriamo la prima marcia e ci immettiamo nel traffico cittadino, impostando il FlexRide in modalità «Tour» per alleggerire lo sterzo, e permettere alle sospensioni di «sopportare» le buche, senza diventare cedevoli. Grazie ai sensori di distanza anteriori e posteriori, le dimensioni non indifferenti (l’auto è lunga 4,66 metri) non sono un problema nelle manovre di parcheggio, nelle quali siamo assistiti dalla telecamera posteriore (di serie su Innovation).

 

Nella marcia urbana apprezziamo la rapidità del funzionamento dello «start&stop» e l’ottimo posizionamento della leva del cambio, perfettamente a portata di mano. Discreta la manovrabilità e migliorati gli innesti. Eccellente la spaziatura dei rapporti. Buona la modulabilità della frizione, anch’essa alleggerita nell’azionamento rispetto alla versione precedente. La brillantezza dell’auto e l’elasticità del propulsore (la coppia di 400 Nm si avverte eccome) permette di riprendere velocità anche senza dover scalare le marce inferiori.

In campagna

Sulle provinciali collinari del viterbese, apprezziamo il comportamento sempre sicuro e prevedibile, come pure il rollio assai contenuto. Con il FlexRide in modalità «Tour» le sospensioni assicurano un buon comfort: quando le curve chiedono un po’ di agilità in più, e oltre a un assetto più rigido serve una maggiore prontezza di acceleratore e sterzo, optiamo per la modalità «Sport», che permette di sfoderare l’aggressività latente della Zafira, e anche quel po’ di grinta di cui, talvolta, abbiamo sentito la mancanza.

L’auto è sempre sicura e prevedibile, e la frenata è potente e impeccabile: preferiamo tornare alla modalità intermedia «Standard», per acquisire un giudizio il più completo possibile approfittando della gradevole sinuosità delle statali fra Lazio e Toscana, che ci fanno apprezzare la piacevolezza di guida tra le curve. Certo, su un 2 litri a gasolio 170 cavalli (cinque in più rispetto alla precedente versione) accoppiato ad un cambio a 6 rapporti, non sono affatto pochi, ma la massa del veicolo ci mette del suo. E i rapporti lunghi, specialmente se si va a pieno carico, richiedono inevitabilmente un compromesso fatto di scalate di marcia. Che tuttavia si compiono senza alcuna difficoltà. 

In autostrada

Sugli ampi rettilinei a tre corsie della A1 tra Orte e San Cesareo, la monovolume tedesca si difende bene. Impostata la velocità con il cruise control adattivo, apprezziamo gli schienali delle poltrone oltremodo avvolgenti. I passeggeri di stazza più imponente potrebbero, però, chiedere qualcosa di più ampio sulle lunghe distanze. Il rumore del motore giunge attenuato, un po’ meno quello del rotolamento delle gomme, se l’asfalto non è impeccabile. Il cruise control è attivato da un radar posizionato dietro la griglia anteriore, e permette di mantenere la velocità impostata conservando la distanza preimpostata rispetto al veicolo che precede. Abbiamo la possibilità di selezionare, oltre alla velocità, anche la distanza voluta dal veicolo che ci sta davanti, con tre opzioni disponibili: lontano, medio, vicino.

Anche l’autostrada si rivela così un ambito ottimale per la Zafira, i cui consumi sono sempre rimasti su livelli pienamente accettabili attestandosi, senza esagerare chiedendo al motore le generose prestazioni che è in grado di erogare, sui 15 chilometri con un litro.

[ Alessandro Ferri ]

I NOSTRI VOTI
Qualità prezzo
91 %
Posizione di guida
93 %
Cruscotto
90 %
Visibilità
91 %
Comfort
87 %
Motore
94 %
Ripresa
87 %
Cambio
92 %
Frenata
93 %
Sterzo
89 %
Tenuta strada
90 %
Dotazione
94 %
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