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Ninni Vaccarella ci ha lasciati, simbolo e storia dell’automobilismo siciliano e internazionale

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foto: ACI Sport

Leggenda siciliana e non solo, è stato pilota eclettico e grande stradista, passare con disinvoltura dalla strada alla pista al volante di qualsiasi vettura, Formula 1 compresa; amava le grandi potenze e, fra le sue tante vittorie, spiccano le tre alla Targa Florio

Aveva 88 anni Ninni Vaccarella; l’ex pilota Ferrari, Alfa Romeo e Porsche era nato a Palermo il 4 marzo 1933. Laureato in giurisprudenza, dopo la morte del padre affiancò la sorella nella conduzione della scuola Oriani di famiglia di cui divenne anche Preside, dopo una parentesi dedicata all’insegnamento; proprio tale carica lo fece appunto soprannominare «Preside volante».

Considerato il miglior pilota siciliano di sempre – tanto che nel suo palmarès spiccano 19 successi internazionali – ha vinto la Targa Florio per ben tre volte:

  • la prima nel 1965 (foto sotto) condividendo con Lorenzo Bandini la Ferrari 275 P2 affidatagli da Enzo Ferrari che lo riteneva «tagliato» per le sue sport, fiducia ricambiata anche con la vittoria, in coppia con Guichet, alla 24 Ore di Le Mans dell’anno prima che peraltro rinunciò a festeggiare per essere regolarmente presente nella sua scuola il successivo lunedì mattina. Sempre nel ’64 arrivò secondo alla 12 Ore di Sebring su Ferrari P2 con Ludovico Scarfiotti, vinse la 1000 km del Nurburgring (prima vittoria internazionale per lui) e la Coppa Intereuropea di Monza e anche alla fine dell’anno il titolo mondiale Sport Prototipi. Nel 1970 ritorna alla casa del Cavallino con la 512S nel Mondiale Marche vincendo la 12 Ore di Sebring, con Ignazio Giunti e Mario Andretti, arrivando secondo alla 1000 km di Monza con Giunti, terzo alla 1000 km del Nurbungring con John Surtees e quarto alla 1000 km di Spa sempre con Giunti.
  • due volte con il Biscione (nel 1971 in coppia con Toine Hezemans al volante di un’Alfa Romeo 33/3 Sport Prototipo e nel 1975 con Arturo Merzario su Alfa Romeo 33TT12 spyder nella sua ultima gara da pilota appendendo il casco al chiodo…

Vaccarella e la 24 Ore di Le Mans

Il Preside volante ha partecipato alla classica francese quasi per un decennio (dal 1962 al 1972 ad eccezione del 1963) ottenendo – ritiri a parte (1961, ’62, ’66, ’67, ’68, ’70 e ’71) – risultati di tutto rispetto:

  • 1° assoluto in coppia con Jean Guichet su Ferrari 275 P (1964);
  • 7° assoluto in coppia con Pedro Rodriguez su Ferrari 365 P1/2 Spyder della Nart (1965);
  • 5° assoluto in coppia con Guichet su Matra MS630 (1969);
  • 4° assoluto in coppia con Andrea de Adamich su Alfa Romeo 33TT3 (1972).

La Formula 1

Quattro i Gran premi disputati in tre diversi campionati: nel 1961 al volante di De Tomaso e Lotus con la Scuderia Serenissima, nel 1962  con la Scuderia Porsche (GP di Germania) e nel 1965 con la Ferrari al Gran Premio d’Italia dove era sesto fino al momento del ritiro, causa rottura motore.

Pur sempre al centro dell’attenzione, aveva vissuto la sua notorietà in modo schivo e con altrettanti stile e discrezione se n’è andato. L’ACI, nella persona del suo Presidente Angelo Sticchi Damiani, ha pensato di intitolare a lui l’edizione 2021 di questa particolare competizione cui il Preside volante è stato – e sempre sarà – particolarmente legato: “Un gesto minimo queste le parole del Presidente dell’ACI e solamente un primo modo di ricordare questo grande uomo, campione assoluto ma anche persona dallo stile inconfondibile e dall’intelligenza unica. La sua passione e la sua competenza sono state sempre al servizio dello sport, esemplare il suo entusiasmo, quanto le sue luminose vittorie e tutte le imprese che lo hanno visto protagonista”. 

[ Giovanni Notaro ]