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Dakar 2019: a tutto Perù

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L’edizione 2019, la numero 39, partirà il prossimo 6 gennaio: benché limitata al solo Perù, si preannuncia durissima e combattuta come sempre

Quest’anno si parte da e si ritorna a Lima gareggiando sui tracciati che la A.S.O., organizzatore del rally ha individuato in una vasta zona – dove la sabbia la farà da padrona – che va dalla pianura costiera del Perù e la cordigliera delle Ande.

Percorso e tappe

La gara, più corta ma non più facile delle precedenti edizioni, si articolerà in 10 tappe (non più 12) concentrate nelle aree di Pisco, San Juan de Marcona ed Arequipa, che saranno teatro di 2.889 km di prove speciali su un totale di 5.541 km.

Una gara i cui organizzatori Marc Coma & Co. sottolineano come la composizione al 70% di dune e sabbia, metterà alla frusta tutti gli equipaggi partecipanti richiedendo loro di quadrare il cerchio visto che dovranno essere al tempo stesso veloci, conservatori e abili navigatori.

Si partirà da Lima osservando il seguente cronogramma

  • 6 gennaio: Partenza da Lima.
  • 7 gennaio: Stage 1 – Lima-Pisco (331 km, 84 di speciale).
  • 8 gennaio: Stage 2 – Pisco-San Juan de Marcona (554 km, 442 di speciale).
  • 9 gennaio: Stage 3 – San Juan de Marcona-Arequipa (799 km, 331 di speciale).
  • 10 gennaio: Stage 4 (Marathon) – Arequipa-Moquegua (511 km, 352 di speciale per le moto e i quad) e Arequipa-Tacna (664, 352 di speciale per vetture, camion e SxS).
  • 11 gennaio: Stage 5 (Marathon) – Moquegua-Arequipa (776 km, 345 di speciale per moto e quad) e Tacna-Arequipa (714 km, 452 di speciale per auto, camion e SxS).
  • 12 gennaio: giorno di riposo ad Arequipa.
  • 13 gennaio: Stage 6 – Arequipa-San Juan de Marcona (839 km, 317 di speciale per moto e quad, 810 km, 291 di speciale per auto, camion e SxS).
  • 14 gennaio: Stage 7 – San Juan de Marcona-San Juan de Marcona (387 km, 323 di speciale).
  • 15 gennaio: Stage 8 – San Juan de Marcona-Pisco (576 km, 361 di speciale).
    16 gennaio: Stage 9 – Pisco-Pisco (410 km, 313 di speciale per moto, quad, vetture e SxS, 408 km, 311 di speciale per i camion).
  • 17 gennaio: Stage 10 – Pisco-Lima (358 km, 112 di speciale).

Innanzitutto lo spettacolo

Nel presentare questa Dakar, il Direttore di gara Etienne Lavigne, ha sottolineato che “L’edizione 2019 proporrà una serie di ostacoli, tratti difficili e promettenti che potrebbero rendere la gara epica. Il percorso sarà davvero difficile, tecnico e dispendioso dal punto di vista fisico. I chilometri si faranno sentire, sembreranno il doppio, o anche il triplo”.

La novità più corposa è rappresentata dalla possibilità di rientro in gara riservata ai ritirati delle categorie auto e camion: a questi, che potranno nuovamente gareggiare dopo il giorno di riposo, sarà riservata una classifica separata rispetto a quella generale. Il fatto che si gareggi «a parte» probabilmente toglierà ben poco allo spettacolo, anzi: il numero degli equipaggi gara resterà alto perché non più scremato dai ritiri, con maggior bagarre sui tracciati e gli inevitabili confronti, nei tempi, fra i concorrenti alle due classifiche.

Inoltre:

  • in tappa 2 partiranno per prime le auto con conseguenze facili da immaginare nei confronti dei motociclisti che dovranno affrontare problemi di visibilità e fondo (per la sabbia sollevata ed i solchi scavati da chi li ha preceduti);
  • tappa 5 (Moquegua-Arequipa, 776 km) e tappa 9 (Pisco-Pisco, 409 km) saranno caratterizzate da due partenze «mass start» (si parte tutti assieme e non più scaglionati): spettacolo assicurato speriamo non a scapito della sicurezza;
  • in tappa 8 (San Juan de Marcona-Pisco, 575 km totali) partiranno per primi i top 10 moto, poi i top 10 auto ed infine i top 5 camion. È prevedibile un ritmo iniziale molto elevato poiché chi va subito in testa evita problemi di visibilità;
  • due le tappe marathon, quelle in cui la mancanza di assistenza dei meccanici obbliga gli equipaggi a risolvere autonomamente eventuali problemi meccanici o incidenti, sono la 4 (Arequipa-Moguegua, 511 km) e la 5 (Moguegua-Arequipa, 776 km); il fatto che la mancanza di assistenza sia su due tappe consecutive dovrebbe invitare gli equipaggi ad una certa prudenza; vedremo!

I possibili comportamenti in gara

Può darsi che nella prima parte di gara (dal 6 al 12 gennaio, giornata di riposo), i concorrenti decidano di tenere ritmi conservativi prima di scatenarsi  nella seconda parte. D’altra parte la diminuzione del numero di tappe – ora solo 10 rispetto alle 12 e più delle precedenti edizioni – e la brevità delle tappe stesse (non più di 360 km) rende i tentativi di recupero molto più difficili rispetto a prima e favorisce non poco, perlomeno sulla carta, coloro che riusciranno ad unire le loro capacità velocistiche con quelle di navigazione.

La consecutività delle due tappe Marathon (1287 km senza assistenza) obbligherà tutti gli ufficiali (e non solo…) a tirare moltissimo nelle tappe precedenti, in modo da guadagnare quel tempo che potrebbero essere obbligati a perdere in caso di problemi da risolvere in autonomia nel corso delle tappe 4 e 5.

Il parco partenti

Nonostante il totale dei partenti si sia mantenuto sui livelli del 2018 è cambiata la composizione: si registra infatti un calo di moto e quad (da 190 a 167), bilanciato dall’aumento delle auto (da 105 a 126), mentre sempre una quarantina (41 per l’esattezza) sono le iscrizioni fra i camion.

A correre la Dakar 2019 saranno quindi 334 mezzi con 534 componenti gli equipaggi; fra i piloti delle moto 34 hanno deciso di aderire alla formula «Malle Moto», che prevedere di correre senza assistenza. Da notare anche che per ben 135 piloti su 97 mezzi, questo Perù rappresenta la loro prima volta nella Dakar e per tale ragione gli organizzatori hanno messo a punto anche il titolo di «Rookie of the year».

Auto

La novità più pregnante, non della gara bensì della stagione, è stata l’abbandono della Peugeot e del suo poderoso buggy 3008 DKR che comunque continueremo a vedere in gara, sia pure in forma privata, gestito dall’atelier francese PH-Sport per cui correrà il cannibale alsaziano Sèb Loeb (nove titoli mondiali rally) come sempre affiancato da Daniel Elena. 

Fortissima la compagine delle Mini formata da:

  • Carlos Sainz navigato da Lucas Cruz su Mini JCW Buggy, vettura recentemente aggiornata dopo i problemi di affidabilità della scorsa estate.
  • Stéphane Peterhansel (vincitore di due titoli mondiali enduro e di 13 edizioni della Dakar, 6 in moto e 7 in auto) affiancato da David Castera, su Mini JCW Buggy.
  • Cyril Despres (5 volte vincitore della Dakar nelle moto) anch’esso transfuga Peugeot, navigato da Jean Paul Cottret su Mini JCW Buggy.
  • Nani Roma, vincitore di tre Dakar (una tra le auto e due tra le moto) navigato da Alex Bravo su Mini JCW Buggy ufficiale.
  • il Campione del Mondo Tout-Terrain Jakub Przygonski, navigato da Tom Colsoul, su Mini ALL4 Racing (cioè la versione 4×4 e non la buggy a trazione posteriore).

Qualitativamente ben valida ma numericamente inferiore la squadra Toyota formata da:

  • Nasser al Attiyah due volte vincitore di Dakar, accompagnato come sempre da Matthieu Baumel, su Toyota Hilux 4×4 seguita dall’atelier ufficiale Gazoo Racing.
  • Giniel de Villiers affiancato dal tedesco Dirk Von Zitzewitz cercherà (podio nel 2018), su Toyota Hilux 4×4.
  • Bernhard ten Brinke navigato da Xavier Panseri, anch’essi ufficiali Toyota, su Hilux V8 diesel 5 litri aspirato.

Altri concorrenti ben agguerriti sono il ceco Martin Prokop affiancato come sempre da Jan Tomanek, che affronterà per la quarta volta la Dakar con la sua Ford Raptor RS Cross Country, puntando alla parte alta della classifica fra i privati ed altri validi drivers come Orlando Terranova su Mini X-Raid 4X4, Vladimir Vasilyev su Toyota Hilux, Harry Hunt  su Peugeot 3008 DKR Maxi, Robby Gordon (Wildcat XX), Yazeed Al Rajhi (Mini JCW 4X4).

Tra le auto l’Italia sarà rappresentata da:

  • Gianpaolo Bedin / Guido Toni, che con il loro Buggy Ratec RA02, cercheranno quest’anno di terminare la gara dopo la sfortuna che li ha perseguitati nelle loro precedenti esperienze.
  • Andrea Schiumarini, Massimo Salvatore ed Andrea Succi, tutti e tre alla loro prima Dakar  che disputeranno con una Ford Raptor con l’obbiettivo di vedere l’abbassarsi della bandiera a scacchi a Lima il 17 gennaio.

Moto

Qui a sfidarsi saranno nuovamente le KTM di Matthias Walkner, Toby Price e Sam Sunderland (vincitore della scorsa edizione), le Honda di Kevin Benavides, Paulo Gonçalves e Joan Barreda e le Yamaha di Adrien Van Beveren e Xavier De Soultrait.

Nelle due ruote i colori italiani saranno difesi da Jacopo Cerruti e Maurizio Gerini su Husqvarna FR 450 (Solarys Racing)Mirco Pavan e Mirco Miotto su Beta RR 430 (team NSM Racing)Gabriele Minelli su KTM 450 Rally (Pedrega Team)Elio Aglioni su Husqvarna 450 FE (Agif Al Aviv)Nicola Dutto su KTM 450 EXC-F (Offroad Adventure Crew).

Side-by-side

L’iscrizione alla Dakar 2019 di questi piccoli buggies, anello di congiunzione tra moto e auto, è stata un record: saranno infatti ben in 33 a partire da Lima, molti dei quali condotti, e questo va sottolineato, da diversi top drivers locali come Ignacio Casale, vincitore quad nel 2014 e 2018, e Sergey Karjakin, primo sempre nei quad nel 2017 cui si sono aggiunti motociclisti da podio come Gerard Farrés, terzo nel 2017, e Francisco Chaleco López, uno dei più grandi piloti cileni, il californiano Casey Currie recente vincitore del Desafío Inca su Maverick.

Il team Xtreme Plus Polaris, schiera Éric Abel e Ronald Basso mentre Yamaha mette in campo Ignacio Casale e Alexis Hernández affiancati dadue equipaggi femminili: Camelia Liparoti (nella classe UTV Open) e Annett Fisher che saranno affiancate dalla compagna di Nani Roma Rosa Romero e Andrea Mayer, partner di Stéphane Peterhansel, quindicesima con una Mitsubishi 15 anni fa.

Camion

4 i camion partecipanti; fra questi spiccano i 4 Iveco Powerstar del Team Petronas De Rooy Iveco; si tratta di camion ad assale fisso equipaggiati con motori Cursor 13 da 1.000 cavalli, appositamente progettati da FPT Industrial del gruppo CNH Industrial i cui equipaggi sono formati da:

  • Gerard De Rooy (pilota e vincitore delle Dakar 2012 e 2016), Moi Torrallardona copilota, assistiti a bordo dal meccanico Darek Rodewald; Iveco Powerstar Evo 3;
  • Federico Villagra pilota, Ricardo Torlaschi copilota, Adrian Yacopini meccanico; Iveco Powerstar Evo 3.
  • Anton van Genugten pilota, Bernardus Der Kinderen copilota, Peter Willemsen, meccanico; Iveco Powerstar Evo 2.
  • Maurik van den Heuvel pilota, Peter Kuijpers navigatore, Martijn van Rooij meccanico; Iveco Powerstar Evo 2 per assistenza rapida in gara.

Quote rosa

Ben 17 saranno le dame al via, tanto che questa edizione 2019 sarà ricordata come quella che ha fatto sinora registrare la maggior partecipazione femminile fra le edizioni delle Dakar «sudamericane»; fra le iscritte, personaggi esperti della Dakar come Laia Sainz e nuove arrivate come Kristen Landman cui si aggiungono le già citate Camelia Liparoti, Annett Fisher, Rosa Romero e Andrea Mayer.

Logistica

I mezzi dei partecipanti europei (270 veicoli in gara, 242 mezzi di assistenza, 59 veicoli stampa/tv e 30 mezzi dell’organizzazione) sono stati imbarcati a fine novembre a Le Havre sul cargo Heritage Leader che ha attraversato l’Atlantico ed il canale di Panama attraccando a Lima a fine di dicembre. Le operazioni di sbarco saranno effettuate il 3 e 4 gennaio prossimi ed i mezzi saranno parcheggiati in un’area sorvegliata a vista dall’esercito peruviano.

Media e «social»

  • 900 i giornalisti accreditati.
  • 75 i fotografi al seguito della gara, delle maggiori agenzie stampa mondiali.
  • 70 canali televisivi serviranno 190 paesi; ci saranno 3 elicotteri che inoltreranno le riprese a 22 stazioni mobili di editing, per permettere in tempi record di avere immagini e commenti.
  • 3 milioni saranno i fans che seguiranno l’evento sui social network(Facebook, Twitter, Instagram e Youtube). Il totale dei video visti è più di 55 milioni, di cui 6 milioni di visite e accessi ai contenuti video live. 

[ Giovanni Notaro ]