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Citroën Space Tourer: il pullmino sfida l’auto

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Dal progetto congiunto PSA Groupe e Toyota, ecco il minibus a 9 posti della Casa francese, che rilancia il concetto di un veicolo polivalente e spazioso, ampliando la propria offerta nel settore delle monovolume e delle multispazio. Abbiamo provato la versione Business dello «Space Tourer», mossa da un brillante due litri da 150 cavalli, privilegiando la prospettiva di un automobilista rispetto quella di un utente commerciale. E abbiamo scoperto che…

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Quando la filiale italiana della Citroën ci ha affidato lo «Space Tourer», nessuno avrebbe mai immaginato che, nel corso del lungo ciclo di prove, lo avremmo esaminato secondo il punto di vista dell’automobilista comune, piuttosto che quello dell’utente tipico cui questo veicolo è, normalmente, destinato (famiglie numerose, piccole comunità, alberghi, servizi di noleggio, imprese e via così).

Quello che abbiamo fatto, in pratica, è stato effettuare le prove su strada, e le valutazioni pratiche, come se invece di un veicolo di derivazione commerciale, alto quasi due metri e lungo quasi cinque, in grado di trasportare 9 persone come se niente fosse, e dotato di un’incredibile volumetria interna, avessimo a che fare con una normalissima autovettura.

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Se volessimo metterla sul piano storico, siamo tornati in pratica all’approccio canonico di trentacinque, quarant’anni fa, quando gli automobilisti che avevano bisogno di un veicolo estremamente spazioso, dovevano inevitabilmente fare i conti con un mercato che al di là delle grandi familiari – prevalentemente straniere, e spesso non economiche nella gestione – e qualche interessante, ma raro multi spazio (pensiamo alla prima versione del Fiat Fiorino, all’interessante ma poco diffusa Talbot «Ranch»), non offriva granché. L’acquirente, allora, doveva per forza di cose rivolgersi altrove: e ciò significava orientarsi, per scelta o per destino, verso il minivan o, come si usava dire a quei tempi e si continua tuttora, il classico «pullmino».

Il panorama dell’offerta automobilistica non comprendeva, a quei tempi, i monovolume (ovvero quei veicoli con pianale piatto, vetri ampi, e un alto e grande spazio interno che forma un unico volume) semplicemente perché non erano ancora stati inventati: la loro origine ufficiale è in genere associata alla Kar-a-Sutra, il progetto che nel 1972 il designer italiano Mario Bellini presentò al MoMa di New York, in occasione di una mostra sul design Made in Italy.

Si dovette attendere fino al 1984, quando Renault raccolse il testimone dell’idea di Bellini, presentando l’Espace. Il resto, è storia nota (che raccontammo a suo tempo con l’articolo «Il salotto su quattro ruote».

Il pullmino ha un grande futuro

Quando i monovolume non esistevano, chi aveva esigenze particolari (famiglie numerose, necessità di utilizzare il veicolo anche per l’attività lavorativa, ecc.) era quindi costretto ad acquistare qualcosa che, a fronte di una generosità di spazio senza pari, costringeva a forti rinunce sul piano delle prestazioni, della maneggevolezza, dei consumi. L’avvento dei monovolume ha così corrisposto a un bisogno esistente, e come sia andata lo sappiamo. Oggi, però, questa tipologia di veicolo vede contrarsi la sua presenza di mercato a favore dei sempre più diffusi SUV: il prestigioso centro di analisi IHS Automotive prevede in Europa, entro il 2020, il dimezzamento delle vendite delle monovolume compatte. E visto che il drastico miglioramento tecnologico e costruttivo ha reso negli ultimi anni i minivan, o pullmini o minibus, sempre più affini alla concezione automobilistica questa categoria di veicoli – sempre più agili, efficienti e confortevoli – ha tutte le carte in regola per tornare a essere un’alternativa all’auto spaziosa. Un’alternativa concreta, e di qualità se, come nel caso del Citroën Space Tourer, vi è la solida base di un progetto di lunga durata, sviluppato da PSA groupe (ovvero, i marchi Citroën, Peugeot e DS, oltre all’acquisizione da marzo di Opel e Vauxhall) in partenariato con la giapponese Toyota, e mirato a sfidare direttamente i van più diffusi, a cominciare dall’avversario tedesco VW Transporter.

Un progetto franco-giapponese

Nel 2012 PSA Groupe e Toyota Motor Europe (TME) diedero vita a una collaborazione mirata al lancio sul mercato di una gamma di veicoli nel settore dei commerciali leggeri, ottimizzando in modo sinergico le rispettive potenzialità per lo sviluppo e la realizzazione. Il Citroën Space Tourer, annunciato al Salone di Ginevra del 2016, è risultato di questa collaborazione, condotta in Europa da PSA con il contributo finanziario di Toyota.

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Lo Space Tourer è sul mercato dall’autunno dello scorso anno, e condivide con i confratelli Peugeot Traveller e Toyota Proace caratteristiche tecniche, motorizzazioni ed equipaggiamenti. Prodotto nella fabbrica PSA della Sevelnord, a Valenciennes (Nord della Francia), rappresenta la nuova offerta di Citroën nel vivace settore dei furgoni commerciali, dei combi per uso promiscuo e delle navette professionali. Space Tourer nasce così da una base comune – derivata dalla piattaforma modulare EMP2 (già collaudata su C4 Picasso e Grand C4 Picasso) – ma propone uno stile specifico. Che in questo caso richiama, ovviamente, l’identità del Marchio Double Chevron.

Citroën amplia così la propria offerta nelle vetture polivalenti e spaziose, dove la promessa Citroën «be different, feel good» si trasforma nel piacere di viaggiare.

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Un concetto iniziato a farsi strada con la C6 familiare a 8 posti del 1929, proseguito con la Traction Avant C11 del 1935, che di posti ne offriva addirittura 9!

Si passa agli Anni Cinquanta con la DS familiare fino alla Evasion del 1994 e alla C8 del 2002, sempre nell’obiettivo di offrire un comportamento dinamico e un’efficienza straordinaria con consumi estremamente contenuti. 

Una gamma, tre lunghezze: ce n’è per tutti, e per fare di tutto

Motori360_Citroën_SpacetourerSpace Tourer ha un’immagine incisiva e gradevole, sottolineata dalla dinamicità delle luci diurne, linee di led verticali che ne firmano esteticamente il frontale. È spinto da propulsori Diesel della famiglia BlueHDI, con livelli di potenza da 95 a 180 cavalli, e coppia fino a 400 Nm. La struttura si avvale di una piattaforma modulare, progettata specificatamente: oltre ad avere una propria struttura rinforzata (in grado di sostenere un carico di 1.400 chili) e accogliere un avantreno e retrotreno specifici, può avere due passi diversi (2,92 e 3,27 m), e anche due sbalzi posteriori distinti (0,80 e 1,15 m). Queste differenti combinazioni consentono così di avere ben tre lunghezze differenti: Space Tourer è così disponibile nella versione «corta» «XS», «M» lunga e «XL».

Le differenti combinazioni permettono così di proporre 3 lunghezze: «XS» a 4,60 metri (inedita nel segmento) dove lo sbalzo corto è abbinato al passo corto; «M» a 4,95 metri; «XL» a 5,30 metri, dove lo sbalzo corto e lungo sono rispettivamente associati al passo lungo. I risultati di questa configurazione si riflettono concretamente sull’ampiezza del bagagliaio, che ha un volume massimo più che rispettabile (nella configurazione a cinque posti, e tenendo la fila centrale avanzata), misurato in 1.978, 2.381 e 2.932 litri.

Ottima l’accessibilità per i passeggeri, facilitata specie per chi siede in terza fila grazie all’ampia apertura della porta laterale scorrevole fino a 93 centimetri. Si può viaggiare comodamente in 9, e anche per distanze medie e lunghe, senza pregiudicare la serenità dei rapporti col vicino di sedile.

Gli spazi interni sono modulabili a piacere, grazie ai sedili scorrevoli, per un volume del bagagliaio ottimale e per offrire uno spazio maggiore per le gambe. I sedili con lo schienale inclinabile del passeggero anteriore, e quelli della seconda e terza fila, possono essere ripiegati «a tavolino», permettendo così di trasportare gli oggetti più ingombranti con grande facilità, senza dover necessariamente rimuovere i sedili stessi. Comodissima soluzione quando, per esempio, ci si reca ad acquistare scaffalature o altri elementi particolarmente lunghi.

Space Tourer è disponibile in quattro versioni: le prime due, la «Feel» e la «Shine», sono configurabili negli allestimenti da 5, 7 o 8 posti, pensati e dedicati alle nuove forme di aggregazione sociale, alle famiglie numerose e a tutti coloro che amano viaggiare in compagnia. Vi è poi la versione «Business» – offerta nelle tre lunghezze – e nella configurazione variabile da 5 a 9 posti. Prevalentemente destinata ai professionisti del trasporto di persone (NCC, navette per aeroporti, alberghi, taxi, ecc.) è configurabile a piacere negli equipaggiamenti, fino alla possibilità di avere in pratica un veicolo su misura.

L’alto di gamma è rappresentato dalla «Business Lounge»: destinata a un utilizzo professionale di alto profilo (come il trasporto di personalità), è proposta nelle due lunghezze maggiori e disponibile solo in configurazione da sei o sette posti. A seconda delle necessità può diventare un vero e proprio «salotto o ufficio mobile», grazie ai sedili singoli della seconda fila, girevoli (e, come tutti gli altri, in pelle), il tavolino scorrevole e pieghevole, e i vetri posteriori oscurati per garantire una maggiore riservatezza.

Segno: sicurezza. Ascendente: praticità

La versione avuta a disposizione è stata la «Business» a 9 posti, e fin dalla prima volta in cui siamo «saliti» a bordo nel vero senso della parola, abbiamo constatato direttamente la differenza tangibile, in termini di altezza, con le autovetture e i monovolume.

Percependo la cura significativa dei materiali e degli assemblaggi, abbiamo apprezzato la felice associazione fra praticità ed estetica, sottolineata da un design sobrio ed elegante, mai invadente. Le plastiche impiegate nel cruscotto, di impostazione tradizionale pur sospeso tra quello di un’autovettura e di un monovolume, sono di ottima qualità benché non morbidissime al tatto.

Familiarizziamo facilmente con i numerosi dispositivi, ingegnosi e funzionali, mirati a rendere facile e gradevole la vita a bordo: a cominciare (nella nostra configurazione) con una sola porta laterale scorrevole motorizzata, e apribile senza chiave (esclusiva in questo segmento), che permette di aprire e chiudere le porte laterali senza contatto, anche quando si hanno entrambe le mani occupate, sbloccando il veicolo facendo passare il piede sotto l’angolo del paraurti posteriore. Una soluzione comodissima, per esempio, quando si tratta di far sedere i bambini nei loro seggiolini, o bisogna scaricare i bagagli.

Estremamente utile il lunotto apribile: lo si apre grazie ad un pulsante ubicato a sinistra della luce della targa, e permette di caricare con grande facilità il bagagliaio in maniera ottimale o di accedervi facilmente in caso di spazio insufficiente per l’apertura del portellone. Ben sagomati i sedili, così come i poggiatesta pensati per rendere non solo sopportabili, ma addirittura gradevoli, le trasferte.

 

Apprezzamento ancora maggiore, verso le tecnologie destinate a garantire un’elevata sicurezza. Sempre più presenti sulle autovetture, non ancora altrettanto sui veicoli di derivazione commerciale qual è, per l’appunto, lo Space Tourer. Che sorprende, nella versione «Business» a nostra disposizione, per la ricchezza di dispositivi come, per esempio, l’avviso di superamento involontario della linea di carreggiata, la sorveglianza dell’angolo morto, la lettura dei cartelli dei limiti di velocità, e tutti i vari messaggi di allerta al conducente (dal «Coffee Break Alert» all’allarme collisione). Si affiancano poi gli equipaggiamenti che facilitano la vita quotidiana, come l’istintivo ed efficace navigatore Citroën Connect Nav e, su tutti, il sistema «Top Rear Vision» che permette di controllare gli spazi di manovra sul display, restituendo al guidatore la visione del mezzo dall’alto. Sono ancora poche le automobili a offrire una serie simile di apparati.

Grazie anche alla presenza di tutti questi equipaggiamenti di comfort e sicurezza, e alla robustezza della piattaforma modulare, nel corso delle prove previste dal protocollo Euro NCAP lo Space Tourer ha ottenuto il punteggio massimo di 5 stelle. Tali risultati sono stati ottenuti con il protocollo 2015, con punteggi individuali di 5 stelle nelle quattro diverse categorie (protezione degli adulti e dei bambini 87% e 91%, protezione dei pedoni 64%, assistenza alla sicurezza 78%).

http://www.sicurauto.it/crash-test/euroncap/citroen-spacetourer-2015-crash-test.html

Su strada

Una volta accomodati sul posto guida, e dopo aver regolato volante e sedile secondo le nostre preferenze, avviamo il motore con il tasto sulla destra: la modalità keyless ci permette di tenere la chiave al sicuro nella nostra tasca. Il suono del quattro cilindri è un ronzio corposo, non invadente, gentile. Avevamo già guidato alla presentazione iniziale, per un breve tragitto, la versione da 180 cavalli disponibile solo con cambio automatico EAT6, di cui eravamo rimasti entusiasti per la fluidità e la regolarità di marcia, oltre che ovviamente per le prestazioni. Il modello «Business» messoci a disposizione per la prova di lunga durata monta, invece, l’interessante abbinamento della versione da 150 cavalli associata al cambio manuale a 6 rapporti (ma in catalogo, oltre alle versioni da 150 e 180 cavalli, ci sono anche motori da 95 cavalli con o senza start/stop, e da 115 cv).

 

Districandoci dalle manovre per uscire dal parcheggio, apprezziamo immediatamente la facilità dello sterzo elettroidraulico, adeguatamente demoltiplicato: il notevole diametro di sterzata ci permette una guida automobilistica, penalizzata però dalla larghezza di un metro e novantadue, necessario compromesso per avere un’ottima abitabilità che, tuttavia, non pregiudica l’agilità del mezzo nelle strade cittadine consentendo di infilarsi nel caotico traffico e cambiando fila con estrema facilità.

Nessun problema, invece, con l’altezza contenuta in soli 1,90 metri, che permette di accedere a tutti i parcheggi sotterranei delle città, delle abitazioni, dei centri commerciali o degli aeroporti, che talvolta presentano un accesso difficile per i veicoli di questo tipo.

Percorrendo le tortuose strade della Cimina e dei Castelli Romani, riscontriamo un’accelerazione fulminea e un comportamento stradale ottimo, grazie alle sospensioni indipendenti, anche a medio carico. I rapporti del cambio sono ben spaziati tra loro, con prima corta di ordinanza: il selettore non mostra il minimo impuntamento, nemmeno nell’utilizzo veloce.

Inserendo i rapporti alti su strade aperte, e allungandoci in autostrada, la rumorosità è estremamente contenuta, e i passeggeri possono conversare a bassa voce. Non morbidissima la frizione, ma lo sforzo è ben gestibile grazie alla corretta ergonomia (caratteristica di casa Citroën) del posto di guida, alto e ben studiato, che permette di vedere perfettamente la strada. I guidatori di altezza superiore al metro e ottanta potrebbero talvolta urtare la consolle sulla destra, e salendo e scendendo ripetutamente dal mezzo, si rimpiange ogni tanto l’assenza di una maniglia sul montante del parabrezza.

 

La nostra Space Tourer «Business» è allestita nella configurazione a 9 posti: sul divano accanto al sedile di guida accoglie comodamente due persone, senza problemi di sorta. Stare in tre è una bella sensazione. Sulle lunghe distanze, tuttavia, potrebbe essere preferibile la soluzione a otto posti: l’apertura fra i due sedili anteriori regala, infatti, quel senso spaziale di ariosità di cui, forse, si può percepire la mancanza stando seduti nella fila centrale. Ottima, in ogni caso, la climatizzazione, grazie all’abbondante presenza di bocchette di areazione anche per i sedili posteriori.

La presenza dei poggiatesta su tutti i sedili pregiudica in parte, nelle immissioni da sinistra, la visibilità dei veicoli che sopraggiungono. Ci aiutiamo servendoci degli ampi specchi laterali, ben posizionati, del tutto in linea con l’estrema qualità della vita a bordo. L’Head Up Display ripete nel cruscotto anteriore le informazioni principali, evitando al guidatore di distogliere lo sguardo nella consolle centrale.

Il connubio fra il due litri da 150 cavalli e il cambio a 6 marce è di quelli solidi e generosi. Lo Space Tourer è piacevole da guidare, stabile in curva anche quando sollecitato ben oltre la consueta guida con cui si affronta la strada con un veicolo simile, e grazie all’efficienza dei propulsori, aerodinamicità delle linee e dispositivo start/stop, sa essere pure parsimonioso. Anche nel congestionato traffico di Roma abbiamo sorprendentemente rilevato una media di 12,6/13,3 km/litro. Molto più favorevoli, se non addirittura sorprendenti, i risultati nell’extraurbano e in autostrada dove, con un po’ di giudizio, un uso accorto del cruise control ed evitando gli eccessi corsaioli che il mezzo ispira, è facile arrivare anche a superare i 17 km/litro, avvicinandosi così ai 5,3 litri per 100 km dichiarati dalla Casa.

FILMATO mov.

Al termine della nostra prova abbiamo così scoperto che per avere grinta e facilità di guida si può anche andare oltre il monovolume: la maneggevolezza dello Space Tourer, larghezza a parte, è sostanzialmente quella di un’autovettura media, ed è forse anche per questo che quel frontale non somigliante a nessun altro sembra dire al VW Transporter, ma anche al Mercedes Classe V un ironico, ma determinato «vi aspetto fuori».

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Il mercato europeo dei minibus ha così un nuovo competitore. Che non parla tedesco. E che ha un range di prezzi che va da 32.200 euro per il «Business» con lunghezza intermedia, ai 44.600 del più lungo «Business Lounge» (4 poltrone contrapposte con tavolo nel mezzo). Il veicolo di taglia media da noi provato, con motore da 150 cavalli, è invece a listino per 40.150 euro.

[ Alessandro Ferri ]

I NOSTRI VOTI
Qualità prezzo
86 %
Posizione di guida
83 %
Cruscotto
93 %
Visibilità
85 %
Comfort
87 %
Motore
94 %
Ripresa
89 %
Cambio
91 %
Frenata
92 %
Sterzo
88 %
Tenuta strada
93 %
Dotazione
95 %
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