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«Wave Trophy», partiti da Zurigo i 120 team iscritti a questa 7° edizione

Per la prima volta tutti in Svizzera i 1.600 km del più grande rally al mondo per veicoli elettrici

L’idea di questo rally è venuta nel 2012 all’attivista ambientalista svizzero Louis Palmer che per primo riuscì a fare il giro del mondo con una vettura elettrica da lui stesso costruita. Con la «Solartaxi» aveva percorso 54.000 km attraverso Europa, Medio Oriente, India, Australia, Estremo Oriente e Nord America, trasportando oltre 1.000 passeggeri, tra semplici passanti o politici, con lo scopo di promuovere la mobilità elettrica.

Come lui stesso ha dichiarato, il Wave Trophy è una vetrina ideale per convincere il pubblico sui vantaggi della mobilità elettrica, non solo economici, ma soprattutto per l’ambiente.

Messaggeri di questa filosofia ambientalista, 120 equipaggi stanno percorrendo i 1.600 km di questo rally che ha preso il via venerdì 9 da Zurigo e dove si concluderà sabato 17 giugno. Non una gara di velocità, ma una ecologica passeggiata attraverso 5 passi alpini e paesaggi di conclamata bellezza organizzata in collaborazione con l’associazione Grand Tour of Switzerland.

Attualmente le auto elettriche non sono ancora molto diffuse, soprattutto per le difficoltà di ricarica e la percorrenza disponibile non molto elevata, però rappresentano una valida alternativa per la mobilità futura. Quasi tutte le Case hanno nella loro gamma un modello elettrico nei vari segmenti, dalla performante berlina Tesla Model S, alla BMW i3 o la più sportiva i8, ma anche la cittadina Renault ZOE.

Anche trasformazioni «omologate»

Per gli appassionati di meccanica, in Svizzera e in Germania è anche possibile trasformare una vettura equipaggiata con un motore convenzionale in auto elettrica e al Wave Trophy si sono presentate diverse di queste creazioni.

Tra queste, la Citroën 2CV convertita dallo svizzero Hans Sommerauer con una spesa di circa 15.000 euro e che affettuosamente l’ha battezzata «Duck» (anatra). Come ha detto chi l’ha realizzata: “La 2CV è un veicolo molto leggero ed è stato sufficiente installare un motore elettrico al posto dell’originale 2 cilindri senza dover praticare modifiche strutturali”. Alimentata da una batteria da 23 kWh, che può essere ricaricata in 5 ore, la Duck ha un’autonomia di 230 km.

Specialisti di queste trasformazioni sono i ragazzi del Dorstener Arbeit di Dorsten, cittadina a nord di Essen. Già per il Wave Trophy del 2014 avevano trasformato una «storica» VW Karmann Ghia del 1973, per l’anno dopo avevano realizzato un VW T2 del 1979, con il quale avevano anche conquistato il 3° posto nella classe prototipi.

L’evoluzione di queste trasformazioni si è materializzata nel VW T3 del 1980 con il quale si sono presentati allo Start di quest’anno. Significativi i miglioramenti apportati, il peso della batteria si è ridotto da 900 a 600 kg, la velocità massima è passata da 75 a 130 km/h, incrementata anche l’autonomia che ora raggiunge i 300 km. Piena soddisfazione da parte del Direttore di Dorstener Arbeit, Jürgen Erhardt, anche perché questo Bulli ha ottenuto l’approvazione da parte del TÜV, in altre parole è omologato per la circolazione.

[ Paolo Pauletta ]

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