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Stellantis Heritage alla settima edizione del Memorial “Dante Giacosa”

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L’evento celebra il 120° anniversario della nascita del celebre progettista e il 70° compleanno della Fiat 600

 

Organizzata nei giorni 14 e 15 giugno la settima edizione del Memorial dedicato all’indimenticato Dante Giacosa è stata anche occasione per festeggiare il 70° anniversario della Fiat 600 che, nella storia della motorizzazione italiana, ha preceduto l’uscita della più piccola Fiat 500, anch’essa celebrata con uno specifico raduno organizzato dal Fiat 500 Club Italia di Garlenda.

Sabato pomeriggio la carovana delle vetturette che hanno democratizzato l’auto italiana dagli anni ’50 sono partite per Barbaresco, sostando prima nel cimitero a Neive che accoglie le spoglie di Dante Giacosa per trasferirsi poi nel borgo storico, teatro di un momento conviviale aperto a tutti i partecipanti.

Il centro storico di Neive ha inoltre ospitato alcune delle vetture – ormai storiche – progettate dall’ing. Giacosa o pertinenti al periodo della sua attività nella Fabbrica torinese, di cui alcune provenienti dalla collezione custodita dall’Heritage Hub di Torino.

Tra queste spiccavano la Fiat 100 (Prototipo 600, 1955), che diede origine alla Fiat 600, ampiamente modificata, nella sua versione di serie, rispetto al prototipo iniziale; ciononostante la Fiat 100 ha rappresentato l’inizio della motorizzazione di massa in Italia.

Detto esemplare è stato affiancato dalla famosa Fiat 600 Multipla con la livrea dell’Arma dei Carabinieri parimenti conosciuta anche nella versione taxi in livrea nero-verde, testimonianza di una versatilità tecnica e di una capacità di innovazione che hanno fatto onore alla scuola progettuale torinese.

Altre chicche sono state la Fiat 500 B Topolino e l’altrettanto celebre Fiat 128, prima trazione anteriore del marchio torinese prodotta in grande serie e validissima testimonianza dell’eredità tecnica lasciata da Giacosa e della sua visione della compatta europea, un’auto allora talmente in anticipo sui tempi, da presentare ancora oggi alcuni punti di forza quali dimensioni contenute, la maneggevolezza e il basso peso (= bassi consumi) e brillantezza.

Tutto questo ci ricorda l’attualità delle idee di Dante Giacosa e l’influenza da lui esercitata sulle nuove generazioni di progettisti, temi messi in risalto nel corso di una specifica conferenza cui ha fra gli altri partecipato Roberto Giolito, progettista della Fiat 500 del 2007 e attuale Head of Stellantis Heritage per i marchi italiani del Gruppo; queste le sue parole: “Ebbi la fortuna d’incontrarlo nei miei primi anni al Centro Stile Fiat, quando già allora si percepiva chiaramente la sua visione lucida e concreta. Rimase colpito dai primi esperimenti che facevamo con i calcolatori per disegnare le vetture: aveva capito prima di molti altri che il futuro della progettazione sarebbe stato anche digitale. La sua opera è ancora oggi un compendio essenziale per chiunque voglia avvicinarsi al progetto automobilistico in modo serio, visionario e responsabile. Ogni sua scelta racchiudeva un pensiero che metteva al centro le persone, i loro bisogni e il loro modo di vivere”.

…e un approfondimento dedicato alla Fiat 600, uno dei capolavori di Dante Giacosa, che venne presentata al Salone di Ginevra nel marzo del 1955. La sua erede, reinterpretata in chiave contemporanea, fa oggi parte della gamma FIAT e ABARTH, testimoniando la continuità stilistica e valoriale del modello. Proprio come la versione originale seppe conquistare intere generazioni grazie alla sua compattezza, versatilità e spirito democratico, anche l’attuale Fiat 600, nelle due versioni elettrica e ibrida, incarna lo stesso approccio inclusivo e innovativo, coniugando design, funzionalità e sostenibilità per rispondere alle esigenze della mobilità contemporanea. Allo stesso modo, la nuova Abarth 600e da 280 cavalli, l’Abarth più potente di sempre, raccoglie l’eredità sportiva delle storiche elaborazioni «firmate» dallo Scorpione, reinterpretando in chiave elettrica quel carattere audace che ha reso famose le 600 da competizione degli anni Cinquanta e Sessanta.

Stellantis Heritage ha dato ulteriore forza e significato alla commemorazione esponendo nel borgo storico di Neive:

Una Fiat 500B «Topolino» del 1948, il cui progetto venne nel 1936 affidato proprio al giovane Giacosa, che riuscì a realizzare una vettura compatta, economica e innovativa, destinata a diventare un’icona nazionale.

La 500B del ’48 esposta fu un modello di transizione tra la 500A e la successiva 500C e rappresenta la seconda serie della celebre «Topolino»; prodotta dal 1948 al 1949, in circa 21.000 esemplari. Il soprannome «Topolino» ebbe origine per via delle dimensioni ridotte e per le linee dei fanali posizionati sui parafanghi che, visti dall’interno della vettura ricordavano il profilo del celebre personaggio Disney. Pur non diventando mai il nome ufficiale, identificò le tre serie prodotte dal ‘36 al ‘55.

La Fiat Prototipo 100: unico sopravvissuto dei cinque prototipi costruiti tra il 1952 e il ’54, tutti i differenti tra loro, nell’ambito del cosiddetto Progetto 100, da cui discese la gloriosa Fiat 600. All’ing. Giacosa, allora direttore degli uffici tecnici autoveicoli, venne affidato l’incarico di preparare una vettura in grado di motorizzare l’Italia del dopoguerra: doveva ospitare quattro persone e relative bagagli e avere un listino accessibile per la maggior parte delle famiglie. Doveva pesare circa 450 kg e mantenere una velocità di crociera non inferiore agli 85 km/h. Giacosa scelse la soluzione più semplice ed economica: motore e trazione posteriori su scocca portante con un vano motore, studiato ad hoc dalle dimensioni decisamente ridotte ed un motore bicilindrico a V raffreddato ad aria da 570 cm3 con distribuzione era a valvole laterali con un unico asse a camme che comandava i bilancieri.

Il Progetto iniziale prevedeva inoltre un cambio a tre sole marce senza il pedale della frizione ma i collaudi fecero abbandonare questa soluzione a favore di un più classico cambio a 4 marce abbinato a un motore a quattro cilindri in linea raffreddato ad acqua. Il prototipo – non più utilizzato – è oggi conservato presso l’esposizione permanente dello Stellantis Heritage Hub a Torino.

Fiat 600 Multipla con la livrea dell’Arma dei Carabinieri: Vettura versatile e multispazio, la «Multipla» fu prodotta da gennaio del 1956 alla primavera del 1967. Pur condividendo la meccanica della 600 berlina con motore posteriore a sbalzo, da questa si differenziava per l’estensione dell’abitacolo sino all’altezza del paraurti anteriore e dal conseguente ed estremo avanzamento del posto di guida. Il frontale quasi verticale della «Multipla» ricordava quello di un piccolo autobus mentre la parte posteriore era più affusolata e aerodinamica.

Era offerta in due versioni: 4-5 posti (con sedile anteriore per due persone, un unico sedile posteriore-centrale e un ampio spazio per i bagagli tra lo schienale e il vano motore; abbattendo i sedili, si poteva ottenere un letto matrimoniale lungo quasi due metri: insomma un van ante litteram…) oppure 6 posti (oltre al sedile anteriore per due persone, offriva quattro sedili singoli ripiegabili disposti su due file; abbattendo i sedili si otteneva un piano di carico di oltre 1,75 mq, accessibile dalle due porte laterali). La prima serie montava motore da 633 cc. mentre la seconda serie (600 D Multipla) un motore da 767 cc. L’esemplare esposto appartiene all’Arma dei Carabinieri ed è custodito presso lo Stellantis Heritage Hub a Torino, dove sono visibili anche le altre vetture della collezione dell’Arma.

Fiat 128: in produzione dal 1969, la Fiat 128 è stata una delle auto più rivoluzionarie della storia dell’automobile. Con questo modello, Dante Giacosa portò a compimento il concetto di motore anteriore trasversale con trazione anteriore, anticipando un modulo poi adottato dai Costruttori generalisti di tutto il mondo per le proprie compatte.

L’ingombro contenuto del gruppo propulsore consentiva di liberare spazio nell’abitacolo non solo eliminando il tunnel centrale, ma anche contenendo il numero di organi meccanici, con vantaggi in termini di riduzione di peso, consumi e costi industriali. La Fiat 128 fu eletta «Auto dell’Anno 1970» e divenne un riferimento per l’intera industria automobilistica europea.

Il 70° anniversario della Fiat 600

La 600 fu il risultato di un progetto del tutto fuori dalle righe: concepita per succedere alla «Topolino» e soprattutto per rispondere alla crescente domanda di mobilità delle famiglie italiane in pieno boom economico.

La squadra guidata da Giacosa, con risorse limitate ma idee chiare, optò per una soluzione monoscocca “tutto dietro” che permise di massimizzare lo spazio abitabile, contenere i costi e offrire un’impostazione tecnica adeguata ai bisogni del tempo. Il motore Tipo 100 da 633 cc, posto a sbalzo dietro l’asse posteriore, erogava 21,5 cv per una velocità massima di 95 km/h. La monoscocca ospitava sospensioni indipendenti sulle 4 ruote che davano all’auto un comportamento dinamico moderno, mentre la carrozzeria tondeggiante e funzionale, anticipava un’estetica razionale e al tempo stesso accattivante. Il debutto al Salone di Ginevra del marzo 1955 coincise con un grande e immediato successo: la 600 era più veloce e più spaziosa della 500 C Belvedere, costava meno ed era dotata di soluzioni ingegnose come le porte incernierate posteriormente, i vetri scorrevoli a tre sezioni e una configurazione interna flessibile, capace di ospitare comodamente quattro passeggeri o, abbattendo il divanetto posteriore, un generoso vano di carico. La 600 fu oggetto di continue evoluzioni che videro più aumenti della cilindrata, potenza e comfort, ma mantenendo sempre inalterata la sua formula vincente. La produzione in Italia si concluse nel 1969 con oltre due milioni e seicentomila esemplari, ma la diffusione internazionale, dalla Spagna all’Argentina, dalla Jugoslavia alla Germania, portò il totale globale a sfiorare i cinque milioni. La sua architettura meccanica e il suo motore avrebbero continuato a vivere anche nei decenni successivi, equipaggiando numerosi modelli Fiat fino agli anni Duemila, mentre le elaborazioni Abarth, con potenze anche quadruplicate rispetto alle origini, la resero leggenda anche nel mondo delle competizioni.

[ Tony Colomba ]